Washington (Usa), 25 gen. (LaPresse/AP) – Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto questa notte il discorso sullo Stato dell’Unione, puntando sull’uguaglianza sociale, chiedendo in particolare che i milionari paghino aliquote maggiori e sostegno alla classe media. Ha così evidenziato i punti che più distinguono le sue posizioni da quelle dei repubblicani, negli ultimi tempi sotto i riflessori per la sfida che sceglierà lo sfidante di Obama alle presidenziali di novembre. Il discorso, tenuto davanti al Congresso e trasmesso in televisione, è uno dei maggiori eventi politici dell’anno negli Stati Uniti. Tra il pubblico era presente anche la deputata Gabrielle Giffords, sopravvissuta all’attentato di Tucson un anno fa, cui all’inizio del discorso la sala ha dedicato una standing ovation. ‘Gabby’ ha risposto facendo il gesto di mandare un bacio verso il podio e Obama l’ha abbracciata. I deputati si sono alzati in piedi anche quando, poco dopo l’inizio del discorso, Obama ha detto che Osama bin Laden, ucciso a maggio in un raid autorizzato dal presidente in Pakistan, non minaccerà più l’America.

Al centro del discorso del presidente, l’economia in difficoltà e le tasse. Obama ha promesso un governo attivo, che assicuri uguaglianza fiscale per tutti, rivendicando tasse più alte per i milionari e sostegno alla classe media. “Possiamo accontentarci di un Paese in cui un ristretto numero di persone stia molto bene e un crescente numero di americani riesca appena a tirare avanti. Oppure possiamo reinstaurare una economia in cui tutti abbiano un trattamento equo, diano il giusto contributo e rispettino le stesse regole”, ha detto il presidente. Le critiche di Obama alle ineguaglianze fiscali e sociali negli Stati Uniti non potevano arrivare con tempismo migliore.

Proprio ieri, infatti, il candidato alle primarie repubblicane Mitt Romney ha pubblicato la propria dichiarazione dei redditi, da cui è emerso un guadagno di quasi 22 milioni di euro nel 2010, per cui ha versato tasse pari a solo il 14%. È una percentuale nettamente più bassa rispetto a quella pagata dalla gran parte delgi americani con uno stipendio minore, a causa del sistema fiscale sugli investimenti. Romney ha infatti donato quasi 3 milioni di dollari in beneficenza e alla Chiesa mormone, cosa che ha abbassato l’aliquota fiscale effettiva a circa il 14%.

Nel suo discorso, Obama ha proposto una rata fiscale minima del 30% per chi guadagna da un milione di dollari in su l’anno. “Potete chiamare questa proposta una guerra di classe quanto vi pare”, ha dichiarato il presidente, facendo riferimento alle frequenti critiche del partito repubblicano. “Ma chiedere a un miliardario di versare tasse almeno quanto la sua segretaria sarebbe semplicemente giudicato come buon senso dalla maggior parte degli americani”, ha continuato Obama, citando la cosiddetta ‘Buffett tax’, ovvero la proposta di far pagare di più i ricchi. La tassa prende il nome dal multimiliardario Warren Buffett, l’imprenditore che aveva denunciato di versare meno tasse della sua segretaria e aveva chiesto alle autorità di modificare le regole che portavano a questo controsenso. A sostegno della posizione del suo capo, la segretaria di Buffett, Debbie Bosanek, era in sala ad ascoltare il discorso sullo Stato dell’Unione.

Il presidente ha poi fatto altre proposte per sostenere la classe media, come maggiori aiuti economici per gli studenti universitari, sgravi fiscali per i proprietari di case e l’eliminazione di incentivi che spingono le aziende a delocalizzare il lavoro all’estero.

Le questioni interne hanno dominato i temi affrontati da Obama, che ha però anche parlato dei rapporti con l’Asia, spingendo per l’espansione di nuovi legami e per il rafforzamento dell’influenza degli Usa nel continente. Il presidente ha aggiunto che le vecchie alleanze in Europa e in altre aree sono più forti che mai. Ha anche spinto per la creazione di una nuova unità per l’applicazione di regole commerciali che si occupi di scovare pratiche illegali in tutto il mondo, spiegando che il governo fornirà aiuti economici alle aziende interne per permettere loro di operare in piena parità con concorrenti cinesi e di altri Paesi che usano finanziamenti illegali sull’esportazione per sostenere i propri affari.

Non è mancato un riferimento all’Iran e al temuto programma nucleare. Obama ha ribadito che per evitare la fabbricazione di armi atomiche da parte di Teheran, gli Stati Uniti valuteranno tutte le opzioni, alludendo alla possibilità di usare la forza. Ha aggiunto che “è ancora possibile una risoluzione pacifica per questo problema”. Riguardo alla Siria, dove la repressione continua e secondo le Nazioni unite le vittime hanno superato le 5mila, Obama ha detto che il governo del contestato presidente Bashar Assad “scoprirà presto che le forze del cambiamento non possono essere frenate e la dignità umana non può essere negata”.

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