La crescita globale dovrebbe scendere dal 3,5% nel 2022 al 3% sia nel 2023 che nel 2024, dice ancora il Fondo monetario

Grazie al rafforzamento dei servizi e del turismo, la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) dell’Italia è stata rivista al rialzo di 0,4 punti percentuali, passando così dal +0,7% di aprile alla previsione corrente di una crescita dell’1,1%. Lo rileva il Fondo monetario internazionale nell’aggiornamento del World Economic Outlook.

Nel 2024 le previsioni di crescita sono state riviste al rialzo dal +0,1% stimato ad aprile al +0,9%.

La crescita nell’area dell’euro dovrebbe scendere dal 3,5% nel 2022 allo 0,9% nel 2023, prima di risalire all’1,5% nel 2024. Le previsioni sono sostanzialmente invariate, ma con un cambiamento nella composizione per il 2023. 

“La crescita globale dovrebbe scendere dal 3,5% nel 2022 al 3,0% sia nel 2023 che nel 2024 su base media annua. Rispetto alle proiezioni del WEO di aprile 2023, la crescita è stata migliorata di 0,2 punti percentuali per il 2023 e non è stata modificata per il 2024. La previsione per il 2023-24 rimane ben al di sotto della media annuale (2000-19) del 3,8%. È anche al di sotto della media storica tra i vari gruppi di reddito, sia in termini di PIL complessivo che di PIL pro capite”, si legge nell’aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale. “Le economie avanzate continuano a guidare il calo della crescita tra il 2022 e il 2023, con l’indebolimento del settore manifatturiero e i fattori idiosincratici che compensano la maggiore attività dei servizi”, rileva l’aggiornamento. “Nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, le prospettive di crescita sono sostanzialmente stabili per il 2023 e il 2024, anche se con notevoli variazioni tra le regioni. Su base annua, la crescita globale ha toccato il fondo nel quarto trimestre del 2022. Tuttavia, in alcune grandi economie, si prevede che non raggiunga il fondo prima della seconda metà del 2023”, si legge ancora. In Cina la crescita perde vigore: “L’attività manifatturiera e il consumo di servizi in Cina sono rimbalzati all’inizio dell’anno, quando le autorità cinesi hanno abbandonato le rigide politiche di blocco; le esportazioni nette hanno contribuito fortemente alla crescita sequenziale di febbraio e marzo, grazie alla normalizzazione delle catene di approvvigionamento e alla rapida messa in produzione degli ordini arretrati”.

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