Il feretro dal Campidoglio al palco del Globe Theater: lunghi applausi in Piazza Venezia
 

Si è aperta in Campidoglio la cerimonia funebre per Gigi Proietti, scomparso a Roma lunedì. Dal Campidoglio, dove ha ricto il saluto dell'assemblea capitolina, il feretro ha sfilato a piazza Venezia per poi raggiungere il Globe Theatre, di cui Proietti è stato storico direttore. Dovunque lunghi applausi dei presenti. 
Il feretro del grande attore romano è stato portato sul palco del teatro, che verrà ribattezzato proprio 'Gigi Proietti', e dove sono presenti la moglie e le due figlie. 
Tra coloro che hanno reso omaggio all'artista morto nel giorno del suo 80esimo compleanno c'è anche Marisa Laurito. "Siamo stati privati della tua intelligenza, della tua cultura, del tuo talento, della tua bellezza, della tua immaturità, con quei capelli ribelli finalmente diventati bellissimi, bianchi. Gigi eri energia pura, generoso, mai maschilista, sempre pronto a dare un consiglio. Quando Gigi entrava sul palco entrava il teatro", ha detto la collega napoletana dal palco del Globe Theater. "Questo è un momento che non avrei mai voluto vedere, il tuo feretro sul palco del teatro che hai fortemente voluto, che hai sognato. Dicevi 'verranno tanti giovani', e sono venuti". Poi aggiunge: "Se vogliamo farti felice dobbiamo fare in modo che questo teatro mantenga la tua direzione. Ciao Gigi, ci vediamo presto". 
"Quando entravi nel camerino dopo un mio spettacolo, non entrava solo un amico, entrava il teatro, quello elegante, signore, sapiente, appassionato e sincero". Così Marisa Laurito durante la cerimonia dedicata a Gigi Proietti al Globe Theatre. "E quando mi dicevi: 'Sì', io tiravo un sospiro di sollievo, come se avessi ricevuto una laurea, perché sei sempre stato un maestro per tutti noi". "Tu non morirai mai", aggiunge, "perché nessuno ti dimenticherà". "Sei un monumento".
Cita un passaggio del Riccardo II Walter Veltroni, ricordando "un libro che una volta ci scambiammo". "Quanto stupore e quanto dolore può creare nel cuore di milioni di persone l'uscita di scena di un attore? Gli italiani hanno pensato che la morte di Gigi fosse troppo – aggiunge – se oggi fosse un giorno qualsiasi per Gigi sarebbe venuta qui tutta Roma". Gigi "ha lavorato ogni giorno per tutti, avevi la sensazione che dietro quelle parole, quei gesti, quelle smorfie ci fosse qualcosa di più profondo: ti sentivi più intelligente ridendo. Gigi voleva far ridere tutti sempre: era capace di raccontare per la milionesima volta la barzelletta perché si beava del suono e degli occhi di chi aveva di fronte, fosse uno o centomila. Ma Gigi era un uomo colto, ha cercato di coniugare per tutta la sua vita qualità e pubblico, non accettava che le cose fossero riservate solo ad alcuni: era un intellettuale popolare". E la gente "veniva perché si fidava di Gigi: se c'era lui doveva essere una cosa bella". Oggi "Roma e l'Italia ti salutano qui nel tuo teatro, bello come tutti i teatri,che presto devono tornare a riempirsi di cuori. Questo teatro sembrava una follia e invece è diventato il luogo dell'educazione teatrale di migliaia di giovani romani".  

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