Rinasce lo spazio di via Del Campo 40 Rosso

Da antica macelleria da anni in disuso a spazio polifunzionale destinato ad accogliere mostre d’arte e installazioni. È un’altra luce che si accende quella di via Del Campo 40 rosso a Genova, spazio artistico che apre i battenti questa sera a Genova dopo un restauro conservativo nel cuore del centro storico di Genova.

La scelta non è partita da un luogo casuale ma da una delle parti più rappresentative di quei ‘caruggi’ raccontati da Fabrizio De André, quella più lontana dalle zone della movida, quella più autentica e ancora oggi più complessa: è qui che la designer Carina Negrone ha prima scovato, poi acquistato, ristrutturato e immaginato il futuro di un locale che fu una vecchia macelleria di quartiere, con un’idea per riportarlo a nuova funzionalità. In un panorama di insegne che si spengono, una scommessa sul futuro del cuore più antico di Genova.

“Io sono un’appassionata di centro storico – racconta a La Presse – e d’angolo tra via del Campo e la piazzetta omonima avevo notato questa macelleria in vendita. L’ho comprata e ho deciso di trasformarla in una piccola galleria d’arte contemporanea. E’ uno spazio che io immagino possa però essere adibito sia a mostre che ad esposizioni di artisti vari oppure possa ospitare installazioni per valorizzarne la visibilità”.

A pochi passi dal negozio-museo di via Del Campo 29 rosso che ospita, tra l’altro, la chitarra di De André – la mitica la Esteve – una luce che si accende. Questa sera il taglio del nastro con l’inaugurazione di una mostra che in qualche modo mette insieme passato, presente e futuro di questo spazio.

“Francesca Pennone, che insieme ad Antonella Berruti – spiega Carina Negrone – gestisce la galleria Pinksummer rappresentava tra gli altri l’artista Luca Trevisani di cui da tempo apprezzo il lavoro e che sapevo avesse l’intenzione di esporre la sua nuova produzione di opere, una collezione di coltelli fatti a forma di animale, in uno spazio a Genova. Abbiamo pensato che potesse essere questo lo spazio adatto essendo una ex macelleria, il tema e la location sembravano perfetti”. Non solo. “Il negozio – prosegue – ha smesso di funzionare due o tre anni fa; ho conosciuto l’ex proprietario, che mi ha raccontato l’attività del padre, macellaio e scultore. Mi ha parlato di alcune delle sue opere, per lo più sculture lignee, che sono anche state esposte nel Genovesato e mi è sembrata una bella storia collegare questo nuovo spazio all’arte”.

“Gli arredi del vecchio negozio – ricorda Carina Negrone – sono stati tolti per far posto alle mostre. Lo spazio ha un piano terra di 20 metri quadrati e poi un magazzino che ospitava i vecchi frigoriferi della macelleria. Ho restaurato in termini conservativi, si vedono ancora le piastrelle, ci sono ancora alcuni pannelli d’acciaio che erano attaccati alle pareti, lasciati in modo si capisca la funzione precedente. E abbiamo conservato anche la vecchia insegna”.

Come in un’antica vocazione, tutto questo arriva inoltre in un periodo in cui nel centro storico fioriscono progetti di rilancio e recupero, da quello degli edifici storici agli incentivi per il commercio.
“Io sono convinta che sia l’attività delle persone, il capitale umano – sottolinea Negrone – a costituire il tessuto sociale e la vitalità del nostro centro storico: ogni iniziativa è preziosissima. Ad aiutarmi in questa avventura è stato anche lo studio Sirotti, che ha partecipato al progetto con entusiasmo per recuperare e ristrutturare questo spazio. L’obiettivo è anche quello di fare rete, collaborare e mettere in moto un meccanismo virtuoso: quando ho acquistato questo spazio non sapevo che a breve avrebbe aperto in zona anche un hotel in una dimora storica, l’albergo di palazzo Durazzo dei Cattaneo Adorno che dal recupero di un palazzo nobiliare ora unisce un palazzo antico con il design contemporaneo. Abbiamo intenzione di collaborare per poter contribuire a far sì che ci sia lavoro e vitalità”

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