Sala alla commemorazione: "La battaglia contro la mafia non è finita"

Con una cerimonia nei giardini Falcone e Borsellino di Milano e stata ricordata la strage di Capaci nella quale, 32 anni fa, vennero uccisi Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

“C’è il rischio che nella testa della gente, quella contro le mafie sia una battaglia finita invece non è così quindi noi dobbiamo continuare a testimoniare, a fare le cose giuste, tipo il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, o come noi costruiamo le gare pubbliche per evitare che ci siano infiltrazioni, i comitati che utilizziamo. Io penso che da questo punto di vista è sciocco dire che a Milano il problema non c’è, perché c’è, ma è altrettanto vero che l’impegno, anche forte, a Milano c’è”, ha commentato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala poco prima di deporre un cuscino di fiori sul cippo che ricorda, oltre a Falcone anche Paolo Borsellino, ucciso alcuni mesi dopo, insieme con la sua scorta, da un’autobomba.

Alla cerimonia era presente, oltre al Questore e il Prefetto del capoluogo lombardo, anche il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Alessandra Dolci. “È fondamentale ricordare ai giovani le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, perché noi investiamo nelle nuove generazioni, sono il nostro presente e soprattutto il nostro futuro e quindi è indispensabile con loro fare memoria e ricordare i valori per i quali sono morti, farli comprendere ai giovani e fare in modo che loro ne siano portatori a loro volta”, ha spiegato Dolci: “Per questo è veramente fondamentale ritrovarsi qua con le nuove generazioni e far si che il ricordo non sia semplicemente una commemorazione ma un tramandare i valori per i quali sono morti”.

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