La madre della piccola morta di stenti a Milano è di nuovo davanti alla Corte d'appello

Nuova udienza del processo ad Alessia Pifferi, imputata per la morte della figlia Diana, di 18 mesi. La piccola è stata trovata senza vita il 20 luglio 2022, in una casa di via Parea a Milano. La legale della donna, Alessia Pontenani, ha chiesto l’assoluzione, mentre l’accusa ha chiesto l’ergastolo. Ora si attende la sentenza. L’avvocata della difesa, Alessia Pontenani  sostiene che non era intenzione della 38enne Alessia Pifferi di uccidere la figlia, evidenziando che quello fu “abbandono di minore”. L’accusa, in aula, nella replica, ha confermato la richiesta all’ergastolo, già avanzata nel corso dell’udienza di aprile.

Corte in camera consiglio, attesa per sentenza

La Corte d’appello di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, si è riunita in camera di consiglio, al termine degli interventi in aula degli avvocati di parte civile, della difesa e delle repliche del pm, Francesco De Tommasi. L’avvocata della difesa, Alessia Pontenani ha chiesto l’assoluzione, sostenendo che non era intenzione della 38enne Alessia Pifferi di uccidere la figlia, evidenziando che quello fu “abbandono di minore”. L’accusa, in aula, nella replica, ha confermato la richiesta all’ergastolo, già avanzata nel corso dell’udienza di aprile.

La difesa di Alessia Pifferi :”Cresciuta nell’abbandono e nell’incuria”

“Se dovessi levarmi il cencio nero dalle spalle direi che Alessia Pifferi è un mostro, che ha fatto una cosa terribile e tremenda”, ha detto l’avvocata davanti alla Corte d’appello di Milano. “Non ha mai dato problemi, non è una psicotica, è una ragazza che è cresciuta nell’assoluto isolamento morale, culturale, ma mai ha dato problemi, altrimenti non saremmo qui”. “Alessia Pifferi ha avuto una vita terribile, è cresciuta nell’abbandono e nell’incuria”. E’ stata una “bambina bisognosa di amore al punto da diventare pericolosa”. “E’ stata attaccata a me perché le sto dando la cura e l’affetto che non ha mai avuto”, ha detto il difensore ripercorrendo in aula le tappe della vita della 38enne, dai problemi avuti fin da bambina ai rapporti con la madre Maria Assandri e la sorella Viviana.

“A un certo punto la signora Alessandri ha un incidente e il padre scrive: ‘Chi meglio della bambina – Alessia ha 15 anni in quel momento – può fare aiuto morale alla madre?”. Da quel momento, Pifferi lascia la scuola senza farvi più ritorno e “non per mancanza di volontà, ma per accudire la madre”. “Non ha mai lavorato un giorno in vita sua”, era stata mandata a fare le pulizie, poi la famiglia aveva “pensato a un banchetto” al mercato davanti casa, un progetto che non va in porto. A conti fatti, “Alessia non ha mai lavorato un solo giorno”.

 Pm: “Unica vittima è Diana, ergastolo senza alcun beneficio”

“C’è una unica vittima e si chiama Diana, e c’è una bugiarda che è Alessia Pifferi, una attrice che è Alessia Pifferi. Io chiedo di avere pietà per Diana, di non riconoscere alcun beneficio” all’imputata. Sono alcuni dei passaggi della replica del pm Francesco De Tommasi, riferite in aula per il processo ad Alessia Pifferi. “Io chiedo di offrire all’imputata una speranza, quella di superare e compensare attraverso la sofferenza della pena il dolore che prima o poi le esploderà dentro”, ha affermato. Non le va riconosciuto alcun beneficio “per tante ragioni, ma soprattutto perché ha mentito sulla vita di sua figlia, l’ha tradita quando l’ha lasciata sola, l’ha tradita in questo processo, quando non ha avuto il coraggio di assumersi le sue responsabilità. Diana guarderebbe la madre e implorerebbe il suo perdono perché i bambini sono così. Condannatela all’ergastolo per dare giustizia a Diana”. “Come immaginavo Alessia Pifferi è stata descritta come una vittima sulla base di considerazioni che muovono da un presupposto: è affetta da deficit mentali – ha sottolineato – Non ha alcun deficit mentale, non c’è alcun dubbio, alcun documento di prova. Pifferi si è inventata una storia per scrollarsi di dosso le responsabilità e poter dire: ‘Non è colpa mia’”.

Sorella e madre di Alessia Pifferi chiedono danni morali per nonna e zia di Diana

Emanuele Di Mitri, avvocato di parte civile di Viviana Pifferi e Maria Assandri, sorella e madre dell’imputata, chiede un risarcimento per danno morale di 200mila euro per la nonna della piccola, 150mila per la zia. Per il legale “è evidente il danno dato dalla perdita del rapporto di parentela, un danno privo di giustificazioni, argomentazioni”. 

Alessia Pifferi, la sorella: “Sembra che sia colpa nostra”

Parte civile: “38enne ha tradito la piccola Diana”

“Ha tradito la piccola Diana, ha ucciso volontariamente” la bambina, “lasciandola sola senza acqua e senza cibo per sei giorni”, ha detto ancora Di Mitri. La 38enne “ha retto la condotta di abbandono della figlia dicendo una marea di bugie a tutti”, “ha accettato volontariamente unico esito possibile che era morte della figlia”.

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