Lo studente è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale

“Ho fatto scansare le mie amiche per proteggerle, io non volevo andare a fare male a nessuno. Volevo solo protestare pacificamente contro gli Stati generali della natalità”. Rocco, 16 anni, studente di Roma racconta la sua versione dei fatti in merito all’arresto che lo ha visto protagonista venerdì dopo gli scontri con la polizia a Roma durante la manifestazione di protesta contro “Gli stati generali della natalità”.

Rocco è stato trattenuto per circa 5 ore e poi rilasciato con una denuncia di resistenza a pubblico ufficiale. “Sono iniziati gli scontri nonostante io e altri agenti cominciavamo ad avere un dialogo – racconta ancora Rocco – Io mi sono ritrovato dopo uno spintone e l’altro a terra, quando sono caduto ho visto le gambe dei poliziotti venire verso di me e ho preso uno scudo trovato per terra mettendomelo davanti a mo di protezione. Subito sono stato preso per la maglia e trascinato a terra. Da li portato in questura”.

“La notizia l’abbiamo appresa da una telefonata dal commissariato – aggiunge la madre sopraggiunta dopo il rilascio – Una telefonata in ritardo visto che mio figlio è stato arrestato alle 12 e noi siamo stati contattati alle 14,00. Sappiamo che due poliziotti con cui lui si sarebbe scontrato sono ora all’ospedale con i polsi rotti mentre mio figlio, anche se la maglia che aveva è tutto strappata, secondo loro non aveva bisogno di controlli. Io ora lo porterò al pronto soccorso per farlo refertare Nel frattempo è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. E’ un gesto brutto essere trascinato, trattenuto in commissariato per ore da minorenne, non è bello. Cosa penso di mio figlio? Sono fiera che non sia dalla parte degli indifferenti”.

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