Don Leonardo Scandellari a Bologna in occasione della benedizione della Madonna di San Luca

“Noi familiari delle vittime del disastro di Bargi da quasi un mese, ormai, ci troviamo a vivere situazioni che nessuno aveva previsto e che molti di noi non avevano mai sperimentato sulla propria pelle. Abbiamo nella mente tante domande a cui non troviamo risposta“. Così don Leonardo Scandellari, fratello di Adriano, una delle sette vittime dell’incidente sul lavoro alla centrale elettrica di Bargi sul lago artificiale di Suviana, sull’Appennino bolognese. In Piazza Maggiore, a Bologna, si è tenuta la benedizione della Madonna di San Luca, alla quale è seguito il ricordo dei lavoratori vittime dell’esplosione alla centrale da parte del cardinale Matteo Zuppi. Presente una delegazione dei parenti. “La morte dei nostri cari ci ha messo di fronte a questioni inattese: alcune esigono decisioni certe, precise e rapide. È proprio quello che fatichiamo a dare in questi giorni”, ha sottolineato don Leonardo. “Vorremmo più tempo per riflettere, interiorizzare e anche per ricordare nel dialogo oppure in silenzio. Ma spesso questo tempo non c’è. Anche le parole escono a fatica, persino quando sono gli amici a chiederci qualcosa. Abbiamo perduto fratelli, sposi, papà, figli. Amici”, ha aggiunto. “Cerco di interpretare il sentire di tutti i famigliari delle sette vittime dell’incidente. Grazie anzitutto alle tantissime persone che nel giorno del disastro si sono impegnate senza interruzione nei soccorsi delle persone ferite o disperse. E anche nell’assistenza a noi familiari. La partecipazione e l’affetto con cui ci si sono stretti attorno stanno rendendo un po’ meno duro lo sforzo di far fronte all’accaduto. Siamo stati confortati. In questo modo ci viene data fiducia soprattutto da parte di quanti ci stanno dimostrando nei fatti la ferma intenzione di non lasciare sole le nostre famiglie”, ha concluso.

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