Le giovani vittime sarebbero state al primo piano della casa diroccata, all'origine del cedimento forse le piogge intense degli ultimi giorni

Patrick Zola, 15 anni, e Ethan Romano, di 14, i due ragazzini morti sotto le macerie per il crollo di un casolare alla periferia di Nuoro, sarebbero stati al primo piano quando sono stati investiti dalle macerie del tetto che è crollato. Proprio sul pavimento al primo piano del rudere sono state ritrovate delle chiazze di sangue dei due ragazzi. Il motivo per cui il casolare abbia ceduto al momento resta da accertare, ma è molto probabile che sia avvenuto in seguito alle piogge di questi giorni, in particolare per la pioggia intensa e ininterrotta che ieri, per tutta la giornata, ha continuato a scendere. L’edificio, abbandonato da decenni, si trova a una cinquantina di metri dalla parrocchia di San Domenico Savio, gestita dai salesiani, ed era spesso il luogo i ragazzi si riunivano per stare un po’ per conto loro, nonostante – secondo quanto trapela in queste ore – l’avvertimento del parroco don Stefano Paba e delle suore della parrocchia, che continuavano a ripetere ai ragazzi di stare lontani da quel casolare perché pericoloso.

Disposta l’autopsia

L’autopsia sui corpi dei giovani sarà eseguita dal medico legale Matteo Nioi. Il pm Riccardo Belfiori, titolare delle indagini, sta cercando anche di capire se vi siano responsabilità per l’abbandono e l’incuria dell’area, da ieri sera posta sotto sequestro dalla magistratura e, secondo i primi sopralluoghi, non interdetta all’ingresso di altre persone nonostante la pericolosità del rudere. Il terreno in cui era costruito il casolare, in una collinetta non distante dalla parrocchia di San Domenico Savio, dove i due ragazzini frequentavano assiduamente l’oratorio, sarebbe di proprietà di diversi eredi.

Quattordici indagati per duplice omicidio

Quattordici le persone indagate dalla procura di Nuoro. Si tratta degli eredi comproprietari del terreno su cui sorge il casolare. Il reato ipotizzato dal pm di Nuoro Riccardo Belfiori è duplice omicidio colposo. L’edificio era abbondonato da anni, senza recinzione e senza manutenzione di alcun tipo: chiunque poteva accedervi, nonostante fosse pericolante.

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