Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm chiedono regole più severe: "Vita umana non può essere ostaggio del profitto"

Questa mattina nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino, un lavoratore di 52 anni di una ditta esterna di manutenzione in appalto ha tragicamente perso la vita. “A distanza di pochi giorni dalla tragedia di Firenze e a poche ore dall’incidente mortale all’interno della pista di Nardò Technical Center, l’ennesimo morto legato alla catena degli appalti e dei subappalti” si legge in una nota di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm.

“Chiaramente saranno gli organi competenti ad accertare dinamica dell’infortunio mortale di oggi, ma questa strage silenziosa di morti sul lavoro deve essere fermata – aggiunge – Il Governo e il sistema delle imprese devono assumersi le proprie responsabilità. Occorre rimettere al centro delle scelte politiche del Governo il diritto alla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro anche attraverso una nuova legislazione. Urgono regole specifiche per il sistema degli appalti, che troppo spesso si dimostra deteriore dal punto di vista delle tutele, del salario e perfino della sicurezza sul lavoro. Le imprese devono agire concretamente con investimenti e formazione sulla sicurezza senza ricercare alibi ogni qual volta si verifica un incidente. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e dolore alle famiglie dei lavoratori vittime di questi gravissimi infortuni mortali”.

Cgil e Fiom Campania: “Stop a catena subappalti” 

 “A 24 ore dallo sciopero nazionale di edili e metalmeccanici di Cgil e Uil sul tema della sicurezza sul lavoro, si registra un nuovo incidente mortale, il terzo in Campania, che ha coinvolto un operaio di una ditta esterna nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino, mentre era al lavoro nel reparto di basamento. Appena ieri, proprio davanti allo stabilimento irpino e nelle piazze di tutta la regione, abbiamo manifestato per dire basta morti sul lavoro e chiedere a Governo e imprese di assumersi le proprie responsabilità. Bisogna garantire il diritto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro e mettere in campo regole specifiche per il sistema degli appalti, ponendo un freno alla catena dei subappalti che, come avvenuto oggi, non garantiscono tutele, salario e sicurezza sul lavoro”. Così in una nota le segreterie di Cgil Napoli e Campania, Cgil Avellino e Fiom Cgil Campania, sull’incidente mortale avvenuto questa mattina nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino.

“Auspichiamo che l’incontro di lunedì prossimo tra Governo, imprese e sindacati possa portare a soluzioni concrete, prendendo in considerazione anche le proposte avanzate in questi mesi dalle organizzazioni sindacali. Alla famiglia del lavoratore e ai suoi colleghi va tutta la vicinanza e la solidarietà della nostra organizzazione”, conclude la nota.

Lodi (Fiom): “Vita umana non può essere ostaggio profitto”

“Un altro morto sul lavoro legato alla catena degli appalti. Questa mattina un lavoratore di una ditta in appalto dello stabilimento Stellantis di Pratola Serra (Avellino) ha tragicamente perso la vita schiacciato da un macchinario. Continua la strage di morti sul lavoro, dopo la tragedia di Firenze e l’incidente mortale di ieri all’interno della pista di Nardò Technical Center”. Lo dichiara Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità.

La vita umana non può essere ostaggio del profitto – aggiunge – Il Governo deve agire con atti concreti per contrastare le morti sul lavoro. Il sistema delle imprese deve smettere di invocare la fatalità e la disattenzione dei lavoratori coinvolti. Le imprese sono le prime responsabili di tutto questo. Gli investimenti in salute e sicurezza e nella formazione devono essere una priorità. È ora di dire una volta per tutte: basta morti sul lavoro. Dopo lo sciopero nazionale di ieri di 2 ore indetto da Fiom-Cgil e Uilm-Uil con manifestazioni e presidi in diverse città, oggi si fermano le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in solidarietà con la famiglia del lavoratore che ha tragicamente perso la vita”.

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