Antonino e Vincenzo Luppino avrebbero protetto la latitanza del capo mafia delle funzioni di vertice del capo mafia e contribuito al mantenimento delle sue funzioni di vertice

Arrestati dai Carabinieri del Ros, del Comando Provinciale di Trapani e dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo i fratelli Antonino e Vincenzo Luppino, entrambi indagati per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare l’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra. Si tratta dei figli di Giovanni Salvatore Luppino, accusato di essere l’autista del boss Matteo Messina Denaro, morto il 25 settembre scorso. Secondo gli investigatori, i due fratelli, unitamente al padre (attualmente detenuto e sottoposto al giudizio abbreviato innanzi il Gup di Palermo) avrebbero contribuito a “proteggere” la latitanza del capomafia e contribuito al mantenimento delle funzioni di vertice del capo mafia castelvetranese, fornendogli prolungata e variegata assistenza durante la latitanza e partecipando al riservato sistema di comunicazioni attivato in suo favore. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di Trapani, con il supporto di personale dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia” dell’Arma dei Carabinieri e dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato. 

 

I figli di Luppino al servizio del boss, lo aiutarono a traslocare

Hanno aiutato il boss a traslocare e facevano da staffetta per garantire la sicurezza degli spostamenti del boss durante la sua trentennale latitanza. I carabinieri del Ros hanno arrestato questa notte Antonio e Vincenzo Luppino, i figli di Giovanni Luppino arrestato il 16 gennaio 2023 insieme a Messina denaro mentre lo accompagnava alla clinica La Maddalena di Palermo. I figli sono accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver favorito Cosa nostra. L’arresto è scattato dopo la firma dell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Palermo su richiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova.Secondo l’accusa la famiglia Luppino, al pari dei Bonafede, erano a disposizione del boss ed erano parte integrante della sua rete di fiancheggiatori nella provincia di Trapani. Secondo l’accusa avrebbero fornito a Messina Denaro “un aiuto prezioso” dal 2018 fino all’arresto del boss, per muoversi e spostarsi nel territorio in cui il capo negli ultimi periodi ha vissuto. I due fratelli vivevano a pochi passi dall’ultimo covo dell’ex primula rossa. Antonino Luppino conosceva i numeri di telefono di Messina Denaro, mentre il fratello Vincenzo ha anche accudito il padrino dopo l’operazione per il cancro subita alla clinica La Maddalena dove il ricercato era in cura per un cancro. 

Vincenzo e Antonino Luppino, insieme con il padre Giovanni si sono occupati anche dei lavori di ristrutturazione della casa scelta come “nuovo covo dal latitante”. Vincenzo Luppino, inoltre, “custodiva la cucina componibile che Messina Denaro” aveva fatto montare nel covo di vicolo San Giovanni “adiacente” alla casa dei Luppino” e per la quale “aveva dato disposizione di non trasportarla nel covo di vicolo San Vito”. 

Dai figli dell’autista arrestati ‘prezioso’ aiuto all’ex boss

 Nei mesi immediatamente precedenti la cattura di Matteo Messina Denaro, avvenuta il 16 gennaio 2023, Giovanni Luppino aveva chiesto soldi agli imprenditori della zona di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, per “contribuire al finanziamento della latitanza” dell’ex boss di cosa nostra. È quanto emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Palermo che oggi ha disposto l’arresto dei figli dell’autista dell’ex primula rossa della mafia, Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’uomo ritenuto dagli investigatori l’autista di Messina Denaro. La richiesta di soldi veniva fatta anche “minacciosamente”. Nell’ambito delle indagini, è emerso “l’affidabilissimo compito di ausilio al proprio padre svolto dai figli Antonino e Vincenzo Luppino” che, in diversi momenti della latitanza di Messina Denaro “fornivano un prezioso aiuto al capo mafia per muoversi e spostarsi sul territorio” e “di svolgere una funzione essenziale per l’intera associazione mafiosa”. 

Dai figli dell’autista assistenza all’ex boss per i ricoveri

Vincenzo e Antonino Luppino si sono presi ‘cura’ di Matteo Messina Denaro, anche in occasione del ricovero nella clinica La Maddalena, a Palermo, nel maggio 2021.È quanto emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Palermo che oggi ha disposto l’arresto dei figli dell’autista dell’ex primula rossa della mafia, Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’uomo ritenuto dagli investigatori l’autista di Messina Denaro.Vincenzo Luppino, in occasione dell’intervento chirurgico del 4 maggio 2021 era alla clinica maddalena di Palermo “per provvedere a eventuali bisogni del latitante”. Antonino Luppino, il giorno delle dimissioni, aveva scortato Messina Denaro nel covo di Campobello. Così come ricostruito, Messina Denaro, “sotto le mentite spoglie di Andrea Bonafede”, era stato ricoverato, nella clinica La Maddalena, per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico legato al cancro che lo aveva colpito. 

Gip: “Possibile reitarazione reato anche per altri mafiosi” 

Di Antonino e Vincenzo Luppino, figli di Giovanni Luppino, autista di Matteo Messina Denaro vanno evidenziate “la delicatezza e importanza degli incarichi svolti” affidati loro “direttamente da uno dei più pericolosi e ricercati latitanti” e che, valutata anche alla luce della famiglia di cui fanno parte, “rende altamente probabile la reiterazione dei reati anche in favore di altri esponenti mafiosi appartenenti alla stessa consorteria” nel caso in cui venga chiesto loro di occuparsene. È quanto si legge nell’ordinanza del gip del tribunale di Palermo, Alfredo Montalto, che oggi ha disposto l’arresto dei figli dell’autista dell’ex primula rossa della mafia, Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’uomo ritenuto dagli investigatori l’autista di Messina Denaro.”Concreto” anche il pericolo di fuga dei due indagati per la “sperimentata esperienza nella tutela di lunghe latitanze del contesto mafioso di Campobello di Mazara”. 

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