L'ex capo dipartimento del ministero, secondo i pm, era stata "offuscata dal potere" che l'aveva portata a un "delirio di onnipotenza"

Due anni e due mesi di reclusione: è la condanna che il tribunale penale di Roma ha emesso martedì, al termine del rito abbreviato, nei confronti di Giovanna Boda, l’ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione (Miur) accusata di corruzione per un atto contrario al dovere di ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito dell’assegnazione di alcuni appalti. Il pm Carlo Villani nella requisitoria ha sottolineato la collaborazione alle indagini fornita da Boda, che era stata “offuscata dal potere che l’ha portata a un delirio di onnipotenza“. I giudici hanno condannato anche un altro degli imputati alla pena di tre anni e quattro mesi. Nell’ambito della stessa inchiesta, svolta dalle Fiamme Gialle e coordinata dalla procura di Roma, pende un altro processo, dove le difese hanno scelto il rito ordinario, a carico dell’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e altre otto persone.

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