La 55enne ha posto fine alle sue sofferenze con l'autosomministrazione di un farmaco letale a Trieste
La prima ad aver ottenuto il suicidio assistito completamente gestito dal Ssn, la quinta a ottenerlo in Italia. Anna, nome di fantasia, 55 anni, è morta il 28 novembre nella sua casa di Trieste. Ecco il suo ultimo messaggio: “‘Anna’ è il nome che avevo scelto e, per il rispetto della privacy della mia famiglia, resterò ‘Anna’. Ho amato con tutta me stessa la vita, i miei cari e con la stessa intensità ho resistito in un corpo non più mio. Ho però deciso di porre fine alle sofferenze che provo perché oramai sono davvero intollerabili. Voglio ringraziare chi mi ha aiutata a fare rispettare la mia volontà, la mia famiglia che mi è stata vicina fino all’ultimo. Io oggi sono libera, sarebbe stata una vera tortura non avere la libertà di poter scegliere“.
Il messaggio è stato diffuso dall’Associazione Luca Coscioni. “Il diritto di scelta alla fine della vita si sta faticosamente affermando, nonostante ostruzionismi e resistenze ideologiche che sono sempre più lontane dal sentire popolare, come dimostra anche il recente sondaggio ‘Osservatorio sul Nord Est’ pubblicato dal Gazzettino, secondo cui oltre otto persone su dieci (82%) si dichiarano d’accordo con l’idea che ‘quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede’. Il dato è confermato su tutto il territorio nazionale anche da una seconda rilevazione, questa volta curata dal Censis. Anche in questo caso i favorevoli sono la maggioranza: il 74% degli intervistati (80% degli elettori di Fdi, 79% della Lega, 86% di Forza Italia, 83% del M5s, 88% del Pd). Ora occorre lavorare sui tempi. Non deve più essere consentito di far attendere quasi un anno fra sofferenze intollerabili e condizioni che peggiorano con il rischio – come stava accadendo ad ‘Anna’ – di perdere le ultime forze necessarie per l’autosomministrazione del farmaco letale”, dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che sta promuovendo su tutto il territorio nazionale la campagna regionale “Liberi subito” affinché le regioni approvino una legge che introduca tempi e procedure certi per accedere al suicidio medicalmente assistito.
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