L'uomo era stato condannato per aver ucciso la sorella Alice il 1° maggio 2022

Aggredito dai compagni di cella, sequestrato e minacciato di morte: è accaduto nel carcere di Sanremo ad Alberto Scagni, condannato per aver ucciso la sorella Alice a Genova il primo maggio 2022. Lo confermano fonti di polizia penitenziaria. Ci sarebbe poi stata una trattativa di ore e, con l’arrivo del magistrato di turno e del direttore, è stato autorizzato l’uso della forza: gli agenti della penitenziaria hanno così salvato il detenuto dalla cella in cui si trovava con i suoi aguzzini.

Secondo quanto apprende LaPresse, Scagni è stato portato in ospedale in gravi condizioni e ha riportato diverse ferite: il naso rotto, una parte del volto tumefatto e altre lesioni. La prognosi sarebbe di almeno un mese. Secondo quanto si apprende, Scagni è stato picchiato anche con una sedia all’interno del carcere. Scagni era già stato aggredito nel carcere di Genova.

Agenti carcere hanno evitato il peggio

L’episodio del sequestro e pestaggio di Alberto Scagni nel carcere di Sanremo “mette a nudo l’attuale criticità del carcere di Sanremo. Solo grazie all’ingresso della polizia penitenziaria in cella si è evitato un brutale omicidio. Ancora una volta abbinamenti pericolosi di detenuti, che ripetiamo Sanremo non può gestire con 290 detenuti presenti”. Lo dice in una nota il segretario regionale della Uilpa, sindacato della penitenziaria, Fabio Pagani. “Tutto ciò acclara la perdurante emergenza penitenziaria, sotto gli occhi di tutti tranne che del ministro della giustizia, Carlo Nordio, e del governo Meloni, fatta di sovraffollamento detentivo, insufficienza degli organici del personale, inadeguatezza di tecnologie ed equipaggiamenti e disorganizzazione imperante. Tutti elementi questi, particolarmente evidenti a Sanremo – spiega il sindacalista – occorre fermare la carneficina e mettere in sicurezza le carceri mediante un decreto legge che, con procedure d’urgenza e al di là delle fantasiose e difficilmente praticabili idee agostane del Guardasigilli, si occupi di deflazionare la densità detentiva, prevedere immediate assunzioni straordinarie nel corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, potenziare gli equipaggiamenti e le strumentazioni e di dare impulso a una riorganizzazione complessiva dell’intero apparato d’esecuzione penale, a cominciare da quello inframurario. Ringraziamo il personale di polizia penitenziaria di Sanremo per essersi fermati tutti e risolvere con destrezza e professionalità un evento che poteva sfociare in rivolta” conclude il sindacalista Uilpa.

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