L'età delle presunte vittime all'epoca dei fatti si concentra nella fascia 15-18 anni. L'identikit dell'abusatore: maschio, celibe e quarantenne

Sono 54 le vittime di presunti abusi da parte di persone della Chiesa segnalati nel 2022 riferiti anche al passato. È quanto si evince dalla seconda Rilevazione sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, resi noti oggi nell’ambito dei lavori dell’Assemblea generale straordinaria della Cei che si sta chiudendo ad Assisi. I presunti abusatori sono 32. L’età delle presunte vittime all’epoca dei fatti si concentra nella fascia 15-18 anni (25 su 54). Il secondo gruppo rappresentato tra le vittime è quello composto da chi ha più di 18 anni (19 su 54). Il focus sul genere delle presunte vittime rivela una netta prevalenza di femmine (44) rispetto ai maschi (10).

Maschio celibe e quarantenne, l’identikit dell’abusatore

L’analisi del profilo dei presunti autori di reato porta a soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni, in oltre la metà dei casi, con una media di 43 anni. Si tratta per la quasi totalità di maschi (31 su 32), chierici per un terzo, religiosi per un terzo e laici (37%). Con riferimento ai laici, il dettaglio relativo al servizio pastorale svolto indica che i presunti autori di reato, al momento della segnalazione, svolgevano i seguenti ruoli: educatore (5 casi), catechista (1 caso), fondatore di associazione ecclesiale, insegnante di religione, seminarista. Per lo più celibi ma anche 2 sposati

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