A ottenere la sentenza favorevole è stato un giovane residente di Campobasso che per la legge ora è una donna a tutti gli effetti

Un giovane residente di Campobasso ha ottenuto una sentenza favorevole da parte del Tribunale del capoluogo per il cambio di sesso anagrafico senza intervento chirurgico. La sentenza è stata depositata in queste ore dalla sezione civile presieduta da Enrico Di Dedda, giudice Emanuela Luciani relatore ed estensore. L’uomo è ora per la legge una donna a tutti gli effetti, pur in assenza di intervento chirurgico. “È un provvedimento che resterà nella storia” commenta l’avvocato che ha seguito il caso, Fabiola De Stefano con studio legale ad Avellino, dove di recente sono state emesse due sentenze analoghe sulla materia. “Il tribunale di Campobasso – spiega a LaPresse l’avvocato De Stefano – ha seguito la pioneristica giurisprudenza avellinese dimostrando una grande apertura sul piano del diritto e prevedendo l’identità femminile a un giovane che ne ha fato richiesta. È una sentenza innovativa e rivoluzionaria per la quale sono ampiamente soddisfatta“.

Dopo le due sentenze recentemente emesse dal Tribunale di Avellino sulla materia, dunque, anche un cittadino campobassano ha ottenuto nella propria città ciò che avevano ottenuto i due irpini, ossia di cambiare il sesso anagrafico ed il proprio nome senza passare per il necessario intervento chirurgico. Il Tribunale di Campobasso, in composizione collegiale, definitivamente pronunciando sulle domande proposte, ha accolto le domande della parte attrice e, per l’effetto, ha attribuito a Mario (nome di fantasia), ora Marta (nome di fantasia), il sesso femminile, in luogo di quello maschile già enunciato nell’atto di nascita, iscritto nell’apposito registro dello Stato Civile del Comune di Campobasso. Il Tribunale ha ordinato all’ufficiale dello stato civile di rettificare il sesso del cittadino campobassano sostituendo il precedente sesso “maschile” con il nuovo sesso “femminile”, sostituendo il precedente nome “Mario” con il nuovo nome “Marta”.

“Il Tribunale molisano – aggiunge l’avvocato Fabiola Di Stefano – in accoglimento alle tesi della difesa della mia assistita ha ritenuto che ai fini della rettifica dell’attribuzione di sesso non è necessaria la modificazione chirurgica dei caratteri sessuali. La legge attuale, se bene interpretata, evidenzia la non necessarietà dell’intervento chirurgico demolitorio e/o modificativo dei caratteri sessuali anatomici primari, per ottenere la rettifica del sesso nei registri dello stato civile, una volta accertata la sussistenza della disforia di genere”. Nel caso molisano, la domanda di rettificazione del giovane che ha ottenuto il diritto alla identità anagrafica femminile, è stata accolta “perché la difesa – spiega il legale – ha dato prova sufficiente delle intervenute modificazioni dei caratteri sessuali della parte attrice e dell’intervenuta transizione dell’identità di genere”. 

 

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