Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo: "Necessario adeguare piani di evecuazione"

Tremano ancora i Campi Flegrei a causa del bradisismo in atto. La scorsa notte un terremoto di magnitudo 4.2 ha svegliato la popolazione di Napoli e provincia alle ore 3,35 con una scossa che, probabilmente, è la più forte mai registrata nell’area. A spiegare quanto sta accadendo nella caldera, ai microfoni di LaPresse, è Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’INGV, Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia. “Il sistema vulcanico è un sistema complesso e imprevedibile, perché ci sono troppe variabili correlate in modo a noi sconosciuto, quindi la previsione è impossibile in ogni caso. Non abbiamo elementi ne’ per rassicurare ne’ per allarmare la popolazione, l’unica cosa che possiamo fare è realizzare un piano di emergenza che consenta il rapidissimo allontanamento della popolazione della zona a rischio che secondo le valutazioni sono tre milioni le persone realmente interessate”, ha detto Mastrolorenzo. “Il piano attuale è probabilistico cioè basato sulla probabilità di riuscire a prevedere l’eruzione per tempo, ma non abbiamo firmato un contratto con il vulcano quindi non è garantito che riusciremo a prevederlo, anzi la più alta probabilità è per un falso allarme o per un mancato allarme. Nessuna ricerca è stata mai in grado di individuare le soglie per il passaggio da livello di allerta da giallo a arancione a rosso. Attualmente questo passaggio è affidato esclusivamente alla commissione grandi rischi che valuta in base alla propria esperienza. Basare la sicurezza delle persone sull’ipotesi di una previsione, in assenza di conoscenze scientifiche adeguate, sarebbe un gioco d’azzardo con la natura“, ha aggiunto. “Serve un piano che consenta alla popolazione di evacuare anche in corso di eruzione, che non è simile a un’esplosione nucleare ma progressivo e può consentire alle persone di mettersi in salvo. Certamente dobbiamo aspettarci altre scosse perché fin quando ci sarà deformazione del suolo lo stress accumulato dagli ultimi chilometri di roccia viene rilasciato attraverso i terremoto di magnitudo varia, da quelli più piccoli all’ultimo che probabilmente è la più forte mai registrata”.

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