Gli inquirenti: "Cuginette costrette a subire abusi con botte e calci"

Due distinte ordinanze di misura cautelare sono state eseguite stamani, 26 settembre, dai carabinieri di Napoli nei confronti di nove persone, 7 minorenni e 2 maggiorenni, nell’ambito degli abusi sessuali avvenuti a Caivano la scorsa estate, che hanno visto vittime due cuginette di 10 e 12 anni. Le due ordinanze sono state emesse dal gip presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dal gip presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta delle rispettive Procure. I magistrati stanno ricostruendo le violenze avvenute “in più occasioni” nel Comune alle porte del capoluogo campano. 

In carcere 2 maggiorenni e 6 minorenni, 14enne il più piccolo

Nell’ordinanza di custodia cautelare è stato disposto il carcere per i due maggiorenni fermati (19 e 18 anni) e l’istituto penale minorile per 6 dei minorenni. Uno dei minorenni è stato invece destinatario della misura del collocamento in comunità. Il più piccolo dei minorenni ha 14 anni, affermano gli inquirenti in conferenza stampa

Episodi “continui” nel corso di mesi

Gli episodi di violenza emersi dalle indagini sarebbero difficilmente quantificabili ma sarebbero stati continui e intensi, avvenuti per mesi e in diversi posti di Caivano, spiegano ancora gli inquirenti. 

Violenze in diversi luoghi della città

Diversi i punti della città in cui sarebbero andati in scena gli abusi. Tutto sarebbe iniziato nella villa comunale di Caivano, dove era stata montata una sorta di ‘tenda’ per perpetrare gli abusi. Successivamente, come sottolineato dagli inquirenti, le ragazzine avrebbero smesso di frequentare quel luogo, e il gruppo le avrebbe seguite mettendo in atto altre violenze prima nell’isola ecologica, poi nel campo sportivo ‘Faraone’, struttura sportiva abbandonata di Caivano. Nessun episodio sarebbe stato commesso nel Parco Verde.

Costrette a subire abusi con botte e calci

Secondo gli inquirenti il gruppo avrebbe costretto le due ragazzine ad avere rapporti sessuali con minacce, spintoni, ma anche calci che le facevano cadere per terra. Secondo l’accusa, i fermati avrebbero preso loro anche i cellulari, le avrebbero derise e offese con epiteti di ogni genere. Le cuginette conoscevano i 9 fermati, essendo tutti di Caivano. Il gruppo, è emerso dalle indagini, incuteva nelle due uno stato di paura tale da non consentire loro di sottrarsi alle violenze sessuali. Alcuni, secondo l’accusa, erano anche in possesso di tirapugni e coltellini. I 7 minorenni e i due maggiorenni rispondono a vario titolo di violenza sessuale di gruppo, minacce, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e pornografia minorile.

Procuratrice: vittime hanno provato invano a ribellarsi

Le ragazzine vittime di abusi a Caivano “venivano derise, offese, colpite con calci e pugni, i ragazzi erano in possesso di tirapugni, e questo incuteva timore. Venivano sottratti loro i cellulari, minacciando di non ridarli se non avessero consumato i rapporti sessuali. La giovanissima età delle bambine, a fronte di un gruppo di nove persone, rappresentava un divario che già di per sé crea un forte stato di timore. Le ragazze hanno provato a ribellarsi, ma a fronte della presenza di questi ragazzi, sicuramente più forti di loro, non ci sono riuscite“, ha detto a margine della conferenza stampa la procuratrice di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone. “Non risulta – ha aggiunto – che i ragazzi provengono da famiglie legate alla criminalità organizzata, ma sicuramente il fatto è avvenuto in un ambiente di degrado diffuso“. 

Tra le accuse per il maggiorenne anche revenge porn

C’è anche il reato di revenge porn tra i capi di imputazione formulati nei confronti di uno degli indagati: esso è stato contestato a uno dei due maggiorenni. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, il giovane, di 19 anni, avrebbe minacciato una delle due vittime di inoltrare i video degli abusi sessuali al fratello di lei.

Sassi contro le cuginette per costringerle a subire abusi

Nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due maggiorenni si legge inoltre che le due ragazzine sarebbero state spinte all’interno di una casetta abbandonata in via Necropoli “anche tirando loro dei sassi” e con la minaccia di non restituire e rompere i loro telefoni cellulari. Il gruppo avrebbe poi minacciato le due vittime di picchiarle e di raccontare tutto ai loro familiari. In un’occasione, durate gli abusi, tre indagati, uno dei quali maggiorenne, avrebbero deriso le due vittime, accertandosi che nessuno si avvicinasse. I fatti risalgono ai mesi di giugno e luglio scorsi. 

Logica da branco e totale disprezzo delle vittime

Con una “spiccata propensione a delinquere”, gli imputati avrebbero agito “secondo una logica da branco”, dimostrando “reiteratamente e spregiudicatamente un totale disprezzo per la personalità e l’integrità fisica e psicologica delle vittime, poco più che bambine, incutendo loro timore, vessandole gratuitamente e abusando sessualmente di loro”, scrive ancora nell’ordinanza il gip del tribunale di Napoli Nord, Fabrizio Forte. Secondo il gip ricorrono le esigenze cautelari alla luce del “concreto e attuale pericolo che gli indagati, ove non sottoposti a un adeguato presidio cautelare, commettano reati della stessa specie“. Dai racconti delle due vittime, scrive il gip, si coglie “la capacità intimidatoria del gruppo”, ragazzi descritti come “violenti e irascibili” e che erano soliti andare in giro con dei tirapugni. Due dei destinatari delle ordinanze sono inoltre già indagati per gli stessi reati commessi nei confronti di un’altra ragazzina nel mese di marzo scorso. Anche in quel caso, scrive il gip, la vittima “ha precisato che gli autori delle violenze avevano approfittato della forza intimidatrice del gruppo e che i giovani erano armati di coltelli, taglierini e tirapugni”. 

Violenze riprese con cellulari e poi diffuse

Ogni violenza sarebbe stata sistematicamente filmata “senza chiedere né ottenere” il consenso a registrare un video. Immagini che poi venivano successivamente diffuse, emerge ancora dall’ordinanza, visionata da LaPresse. A uno dei minorenni viene contestato anche di “aver prodotto un video a contenuto pedopornografico” data l’età delle vittime “mentre la ragazza era costretta a subire un rapporto sessuale completo”, con l’aggravante che il fatto è stato commesso “nei confronti di una minore di 14 anni”.

Due dei fermati già coinvolti in un altro caso

Due dei ragazzi, uno maggiorenne e uno minorenne, oggetto delle misure cautelari, erano già stati coinvolti anche in un episodio di violenza precedente, scrivono ancora gli inquirenti. 

Indagine partita da un messaggio anonimo

L’indagine che ha portato al fermo di 9 persone, di cui 7 minorenni, per lo stupro delle due cuginette di 10 e 12 anni a Caivano è partita dalla denuncia dei genitori delle vittime, avvisati a loro volta da un messaggio anonimo. Lo riferiscono gli inquirenti nel corso della conferenza stampa in corso presso la Procura di Napoli Nord. In particolare, il messaggio invitava i genitori a fare attenzione ad alcuni video hot che avevano le bambine come protagoniste.

Avvocato famiglia vittima: “Bene risposta magistratura”

Viva soddisfazione” per “la prima risposta della magistratura alla denuncia delle vittime” viene espressa dagli avvocati Angelo Pisani e Antonella Esposito, difensori della madre di una delle bambine vittime di violenza sessuale a Caivano (Napoli). “Ora – dichiara Pisani – chiediamo di tutelare e salvare le loro famiglie, soprattutto la madre dei bambini già messi in sicurezza, tutte vittime di questo sistema infernale delle periferie abbandonate, dove le luci non vanno più spente”.

Questore Napoli: “Risultati investigativi importanti”

“È un momento di presenza forte dello Stato“. Così il questore di Napoli, Maurizio Agricola, questa mattina nel Parco Verde di Caivano per il “Villaggio della legalità” nel quale le diverse articolazioni della Polizia di Stato incontreranno oltre mille studenti delle scuole di Caivano e dei comuni limitrofi. Commentando gli arresti, Agricola parla di “importanti risultati dal punto di vista investigativo su questa tragica vicenda” e ribadisce che “è un momento di presenza forte della Polizia e dello Stato per affermare la legalità sul territorio, in maniera costante e con interventi strutturali. Abbiamo già assicurato la presenza costante – aggiunge – il capo della Polizia e il ministro dell’Interno hanno potenziato il Commissariato di Afragola con 21 unità che ci hanno consentito di poter mettere due pattuglie fisse h24 proprio sul Parco Verde. La presenza costante è proprio questa e sta dando grandissimi risultati in termini di deterrenza”.

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