Il caso riportato da Lndc Animal Protection: "Fondamentale l'identificazione dei colpevoli"

Ancora un video dell’orrore che ha protagonista un animale ucciso barbaramente, tra le risate (e le riprese) dei presenti. Si tratta di un’anatra uccisa a sprangate su un marciapiede da alcuni giovani. “Le violenze sugli animali da parte di giovani sono sempre più frequenti e rappresentano una vera e propria emergenza che coinvolge tutta la comunità, non soltanto il mondo animalista” spiega Lndc Animal Protection. 

“Secondo quanto ricostruito dalle chat in cui è stato segnalato, il fatto sarebbe avvenuto a Rodi Garganico, in provincia di Foggia. La violenza si è consumata su una strada e ripresa in un video poi pubblicato su Instagram. Nel filmato, che poi è stato fatto girare in alcuni gruppi WhatsApp e in questo modo è arrivato a LNDC Animal Protection, si vede l’animale già in difficoltà su un marciapiede e un gruppo di 4 ragazzi che si avvicina e uno di loro inizia a infierire con un bastone o una spranga sul volatile fino a ucciderlo”, si legge sul sito dell’organizzazione.

“Purtroppo non è facile risalire all’identità dei ragazzi, perché non si vedono chiaramente in volto e il profilo Instagram è privato, ma LNDC Animal Protection ha subito attivato i propri legali e sporto denuncia contro ignoti nella speranza che la Polizia Postale riesca a identificare quanto meno il proprietario dell’account su cui il video è stato pubblicato”, conclude Lndc Animal Protection.

“Torno ancora una volta a lanciare l’allarme sulle nuove generazioni perché i tanti fatti di cronaca di questo tipo registrati nell’ultimo periodo dimostrano che c’è una vera e propria emergenza”, dice Piera Rosati, Presidente di Lndc Animal Protection. “Pensare che queste siano soltanto bravate o ragazzate è ingenuo e pericoloso, perché è ormai scientificamente provato che i soggetti che compiono questi atti in gioventù hanno grandi probabilità di replicarli in maniera sempre più violenta in età adulta anche nei confronti delle altre persone – aggiunge -. Le famiglie e le istituzioni devono capire che educare i ragazzi al rispetto della vita non è soltanto un modo per tutelare gli animali, che dovrebbe già essere un motivo sufficiente, in un Paese civile, ma anche un modo per evitare che questi giovani crescano come individui sociopatici e pericolosi per tutta la collettività. È quindi necessario intervenire in maniera decisa e tempestiva, non soltanto punitiva ma con percorsi di riabilitazione e di rieducazione”. 

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