La donna è stata uccisa con almeno tre colpi di pistola

Un uomo originario di Valderice, nel Trapanese, ha ucciso la sua ex compagna con diversi colpi di pistola e poi si è suicidato. L’episodio è avvenuto ieri sera. La donna, Marisa Leo di 39 anni, lavorava presso una cantina vinicola. L’uomo ha dato appuntamento alla ex in contrada Inchiapparo, poi le ha puntato contro la pistola sparando almeno tre colpi. Uccisa l’ex compagna, l’uomo si è recato in un viadotto a Castellammare del Golfo e qui si è suicidato con un colpo di pistola. Sul caso indaga la questura di Trapani. 

Marisa Leo aveva denunciato l’ex compagno per stalking

Marisa Leo – la 39enne uccisa dall’ex compagno Angelo Reina con alcuni colpi di pistola – lo aveva denunciato per stalking nel 2020. L’uomo, un 42enne originario di Valderice, dopo averle sparato è fuggito per poi suicidarsi. I due avevano una bambina di 4 anni. L’omicidio è avvenuto tra Mazara del Vallo e Marsala, nel Trapanese. 

Il messaggio video nel 2019 contro la violenza verso le donne

La 39enne ha affidato a un post su Instagram il suo messaggio contro la violenza sulle donne. Il filmato è stato pubblicato sui social dell’associazione ‘Le Donne del Vino’ a novembre 2019. La donna, al momento del video, era incinta della figlia. Il testo è accompagnato dagli hastag #UNwomen #EliminationOfViolence #GenderEquality #donnedelvinocontrolaviolenza

Lo sgomento degli amici di Marisa

“Eri sempre simpatica e solare. Eri stimata da tutti e tutti ti volevano bene. Non meritavi questa follia. Ti ricorderò sempre con il tuo meraviglioso sorriso”. Lo scrive sui social Leoluca, un amico di Marisa Leo, la donna uccisa con un fucile dall’ex compagno a Marsala nel Trapanese. L’uomo poi si è suicidato. Man mano che la notizia si diffonde si moltiplicano i messaggi di chi la conosceva. “Eri una bellissima persona“, scrive Davide. “Mancherai sicuramente a tutti quelli che hai incrociato sulla tua strada e hanno avuto la fortuna di conoscerti”.

Sindaco Salemi: “Nostra comunità è sconvolta” 

Il sindaco di Salemi Domenico Venuti in un post nei suoi canali social parla di una comunità “sconvolta da quanto accaduto” per la morte di Marisa Leo, ammazzata dal compagno nella serata di ieri. “Non ci sono parole per descrivere il dolore per una tragedia assurda e inaccettabile – scrive – Esprimo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia a nome mio, dell’amministrazione e di tutta la città di Salemi. Ci stringiamo ai familiari nel ricordo di una ragazza solare che amava la vita. Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino a Salemi: è necessario accendere i riflettori su un fenomeno inaccettabile e insopportabile come il femminicidio. Ciao Marisa”. 

Datore lavoro Marisa: “Renderò onore a tuo futuro”

“Ti faccio solo una promessa: renderò onore al tuo ‘futuro’, se così si può chiamare con tutti i mezzi che ho. Cara Marisa, infinitamente grato per tutto ciò che mi hai donato”. Lo scrive su Instagram Giuseppe Gambino, direttore della Colomba bianca, l’azienda vinicola nella quale lavorara Marisa Leo, uccisa dall’ex compagno nella serata di ieri. Gambino ha postato una foto che lo ritrae assieme alla donna.

Un amico: “Sono senza parole, inaccettabile”

È una notizia che mi ha lasciato senza parole. Marisa Leo era un’amica, ma era anche una professionista nel suo settore, che stava dando un importante slancio alla promozione di una cantina molto importante, come quella di Colomba Bianca. Era impegnata nel territorio e faceva parte delle Donne del vino in Sicilia. Aveva una bambina piccolissima di pochi anni. Quello che è successo è inaccettabile”. Così a LaPresse Fabrizio Carrera, amico di Marisa Leo, la 39enne uccisa a colpi di pistola dall’ex compagno che poi si è suicidato, ieri sera nel trapanese. 

Il post su Facebook della vittima per la parità di genere

“‘Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà‘. È vero. La parità non esiste ancora, il nemico più grande rimane il pregiudizio inconsapevole di tanti uomini, il pericolo maggiore è la mancanza di consapevolezza di molte donne. Ma non sarà così per sempre, una rivoluzione culturale è in atto“. È un passaggio del post che Marisa Leo scrisse su Facebook in occasione dell’8 marzo di 3 anni fa, dedicando un suo pensiero “alle donne coraggiose che conosco e che sono fonte di ispirazione per me. Donne che non hanno scelto la via più facile e che si impegnano con tenacia ogni giorno per raggiungere obiettivi, che lottano senza perdere mai il rispetto del proprio essere donna”.”Sono quel tipo di donne che affrontano le sfide a testa alta, che non ti raccontano lamenti e fatica, che nonostante tutto indossano ogni giorno il loro sorriso più bello e riescono a godere con gratitudine della gioia dei momenti. Loro arricchiscono questo mondo con la bellezza dei loro esempi di vita”, scriveva Leo, citando la frase “Empowered women, empower other women“. 

La collega: “Marisa aveva paura a lasciare la figlia al padre”

Nuove testimonianze raccontano della situazione tra Marisa Leo, ennesima vittima di un femminicidio in Italia, e l’ex che la ha uccisa e poi si è suicidato. “Marisa aveva paura, anche se non pensava certamente ad un epilogo del genere. Temeva più per la sua bambina, ogni volta che la lasciava col padre era in preda all’ansia“, lo racconta a LaPresse Roberta Urso, delegata per la Sicilia dell’Associazione Donne del Vino, amica e collega della vittima.

Ieri pomeriggio alle 5 eravamo in una call per programmare un evento proprio contro la violenza sulle donne“, racconta. “Poi lui l’ha chiamata. Non capisco perché sia uscita. Io l’ho conosciuta quando era incinta e già la relazione non c’era più: lei ha cresciuto la bambina da sola, ma non le ha voluto negare un padre. La bimba lo vedeva ma era evidente che Marisa non fosse tranquilla. Non perché lui fosse violento, anzi mi raccontava che era affettuoso con la piccola, ma non era comunque tranquilla. Come ha potuto farle questo? Non è degno di essere definito padre perché ha lasciato una bambina sola al mondo”.

Sull’account di Instagram l’Associazione Donne del Vino ha postato una foto di Marisa con la frase: ‘la mia essenza non è merce di scambio’. “È una sua frase”, spiega Urso. Marisa “non voleva che altre donne si ritrovassero accanto a uomini sbagliati, per questo aveva inventato il format che noi Donne del Vino Sicilia portavamo avanti, ‘Calici di vita’ contro la violenza sulle donne, Era una persona solare, sempre sorridente, estremamente intelligente. Lei guardava avanti”, prosegue. “Era luce e lui l’ha spenta per sempre”.

L’avvocata: “Arrestare subito”

“L’arresto preventivo potrebbe sembrare eccessivo, ma abbiamo di fronte numeri sconvolgenti. Il maltrattante va allontanato, arrestato. L’ammonimento è blando, mentre tutti sappiamo, a prescindere da grado culturale e sociale, cosa significa andare in carcere, quindi io direi di intervenire direttamente”. Lo dice a LaPresse l’avvocata Libera Cesino, presidente di ‘Libera dalla violenza, sportello online di supporto alle donne, agli uomini e alle vittime della violenza di genere.

“Avremmo bisogno di un maggiore coordinamento di intervento, una rete che dovrebbe intervenire immediatamente dopo la denuncia – spiega – Subito dopo, il maltrattante, consapevole che è stato denunciato, invece di darsi una calmata, diventa ancora più violento”. In quel momento il maltrattante quando sa che è stato denunciato invece di calmarsi diventa ancora più violento e se la denuncia non fa scattare misure cautelari il matto gira libera e ha una occasione in più per ammazzare”. “È una falla del sistema, serve coordinamento e servono tutti gli interventi nell’immediatezza”, aggiunge.

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