Il segretario generale della Cgil al corteo di Vercelli organizzato per ricordare la morte dei 5 operai nel Torinese

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha partecipato al corteo di Vercelli organizzato per ricordare la morte dei 5 operai nella tragedia di Brandizzo, nel Torinese. “Non è il momento di cercare il capro espiatorio. Non è il momento di individuare di chi è la colpa. È il sistema che non funziona, che ha scaricato tutto sulla pelle dei lavoratori. È il momento di dire basta e di cambiare” le parole di Landini.

“È il momento di fare finalmente una procura nazionale sulla sicurezza e mettere insieme le persone che abbiano le competenze per poter lavorare, bisogna investire sugli ispettorati sul lavoro, sulla prevenzione”, ha aggiunto il sindacalista. “Abbiamo fatto scioperi, ma dobbiamo alzare ancora di più il livello della protesta”, ha aggiunto. “Il governo si renda conto che è necessario aprire tavoli veri di confronto serio con dei provvedimenti. Le imprese affrontino questa situazione a partire dai grandi gruppi come Fs e Anas”. 

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha incontrato una delegazione di famigliari e amici di due delle vittime, Michael Zanera e Kevin Laganà. Un corteo silenzioso composto da circa 2.500 persone è partito dal piazzale della stazione di Vercelli con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil, Arci, una delegazione del Pd Piemonte con il segretario regionale. Al corteo sono esposti striscioni di aziende da Cuneo, Torino e Ivrea. Uno striscione recita ‘Non abbiamo più parole’.

Letti nomi vittime a manifestazione, lungo applauso 

Davanti alla Prefettura di Vercelli – durante la manifestazione indetta per ricordare le vittime della tragedia di Brandizzo – sono stati letti i nomi delle cinque vittime: Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Saverio Lombardo e Giuseppe Aversa, tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli. Al termine c’è stato un lungo applauso e dal corteo è partito un grido ‘Basta morti sul lavoro’.

Landini: “Basta ipocrisie, cambiare radicalmente sistema” 

“Nel 2022 sono 1.090 i morti sul lavoro. Noi è da tempo che stiamo dicendo che questo non è accettabile”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al corteo di Vercelli organizzato per ricordare la morte dei 5 operai nella tragedia di Brandizzo, nel Torinese. “Siamo di fronte ad un modello economico e a un sistema che va cambiato radicalmente”, ha aggiunto. “In questi anni è passata l’idea che la competizione la si faceva esternalizzando, appaltando, subappaltando, precarizzando il lavoro. Il risultato è questo”, ha sottolineato il sindacalista. “Finché la sicurezza sarà considerata un costo e non un investimento – ha concluso – è chiaro che queste situazioni non si cambiano. Credo sia venuto il momento non delle pacche sulle spalle e dei falsi cordogli di ipocrisia, ma è venuto il momento di cambiare radicalmente questo sistema”.

 “Il governo ha liberalizzato i subappalti, ha modificato addirittura il codice degli appalti col subappalto a cascata in un Paese che ha davanti a sé milioni di investimenti proprio per la manutenzione”, ha aggiunto sottolineando che “tutte le opere e le infrastrutture del nostro Paese hanno almeno 50/60 anni, quindi è chiaro che c’è bisogno di manutenzioni di territorio e infrastrutture senza precedenti. Come le facciamo, con queste regole? Con questo livello di precarietà?”.

Sbarra (Cisl): “Pieno sostegno a sciopero”

“Pieno sostegno allo sciopero di oggi nel vercellese proclamato unitariamente da Cisl, Cgil e Uil. La tragedia di Brandizzo, le cinque vite spezzate, le famiglie coinvolte, invocano che sia fatta piena chiarezza sull’accaduto, che sia assicurata giustizia, che si prendano contromisure per far sì che drammi del genere non si ripetano mai più. Ogni morte sul lavoro, ogni infortunio, è uno sfregio alla dignità del Paese”. Lo ha detto oggi il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra a margine di una iniziativa della Cisl Calabria.

“Bisogna fermare una scia di sangue che travolge ogni giorno più di tre persone. Alla politica e al sistema delle imprese diciamo che non bastano cordoglio e indignazione, non è sufficiente listarsi a lutto. Non c’è più spazio per le parole: pretendiamo subito azioni concrete. Vuol dire, tra l’altro, limitare le esternalizzazioni e le catene di sub-appalto, qualificando le imprese, assegnando loro un rating sociale collegato al rispetto dei contratti e delle procedure. Vanno aumentati controlli e numero degli ispettori, incrementate le sanzioni e la prevenzione, con un forte investimento sulla formazione dei lavoratori e delle dirigenze. C’è da sostenere un’evoluzione delle relazioni industriali in senso partecipativo che riconosca ai delegati dei lavoratori più incisivi poteri sulle scelte delle aziende. Al Governo chiediamo di mettere queste e le altre proposte unitarie al centro del tavolo aperto al ministero del Lavoro, per realizzare finalmente una strategia nazionale sulla sicurezza che rimetta al centro il protagonismo unificante del lavoro e il valore innegoziabile della vita umana”.

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