L'abuso di gruppo in un capannone. Violenze sessuali scoperte attraverso chat, la famiglia lascerà il quartiere Parco Verde

Uno stupro di gruppo: in 6 abusano di due cugine di 13 anni nel Parco Verde di Caivano. Sotto inchiesta, come riporta il quotidiano Il Mattino, un branco di minorenni, probabilmente coetanei delle vittime, mentre è stato già arrestato l’unico maggiorenne della banda, dopo la denuncia dei genitori delle ragazzine ai carabinieri della compagnia di Caivano. Le 13enni sono state attirate con l’inganno in un capannone della zona ed è lì che per ore sono state violentate. Al momento, secondo il racconto dei legali delle vittime, sono stati sequestrati i cellulari dei ragazzi del branco, alcuni dei quali potrebbero essere minori anche di 14 anni. La denuncia dei familiari ha dato il via alle indagini e le visite mediche alle quali sono state sottoposte le due 13enni hanno confermato il racconto delle vittime.

Abusi scoperti da fratello attraverso chat 

Gli abusi e le violenze sessuali da parte di un branco di giovanissimi fra i 14 e i 18 anni su due cugine 13enni avvenute nel quartiere del Parco Verde di Caivano (NA) “sono stati scoperti dal fratello di una delle vittime a cui sono arrivati dei messaggi sul telefono e che ha subito avvertito i genitori per sporgere denuncia ai carabinieri”. Lo riferisce a LaPresse il legale delle due giovani ragazze, avvocato Angelo Pisani. L’avvocato parla di “abusi ripetuti da parte di un branco di ragazzi”.

Le vittime hanno indicato agli inquirenti in quali gruppo di giovani cercare gli autori dello stupro commesso all’interno del Delphinia Sporting Club, un centro sportivo abbandonato all’interno del quartiere “tra il mese di giugno e luglio” ma non sarebbe stato fatto alcun nome specifico. Sono in corso indagini e sono stati sequestrati smartphone per analizzarne il contenuto e alcuni profili social. Il Tribunale per i minorenni ha emesso un provvedimento per allontanare le due cugine “dall’ambiente territoriale”, spiega Pisani, collocandole in una struttura protetta. 

Famiglia pronta a lasciare quartiere

“I genitori hanno denunciato subito un gravissimo crimine per affidarsi alla magistratura e alle forze dell’ordine, sono in attesa di provvedimenti e sono pronti ad allontanarsi da quel contesto per proteggere gli altri familiari”. È quanto dichiara a LaPresse l’avvocato Angelo Pisani di Napoli che assiste le due giovani cugine di 13 anni che hanno denunciato uno stupro di gruppo al Parco Verde di Caivano daparte di un branco di ragazzi fra i 14 e i 18 anni. A scoprire delle violenze avvenute all’interno del Delphinia Sporting Club, un centro sportivo abbandonato nel quartiere nato per i terremotati del 1980, sarebbe stato il fratello di una delle due ragazze dopo aver saputo su chat e social dell’accaduto. 

Il luogo dove è avvenuta la violenza

Don Patriciello: “Temo guerra civile fra famiglie coinvolte”

“Spero che non succeda una sorta di guerra civile perché adesso ognuno cercherà di difendere il proprio bambino incolpando l’altro e abitando tutti quanti a pochi passi gli uni dagli altri succederà, forse, qualcosa di doloroso”. È quanto afferma don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano rispetto alle accuse di violenza sessuale su due cugine di 13 anni nei confronti di un gruppo di adolescenti. “Qua lo Stato non c’è – afferma il parroco – se abbiamo diritto a 60 vigili urbani io pretendo 60 vigili urbani a Caivano, se le persone hanno diritto a rivolgersi ai servizi sociali io voglio che funzionino i servizi sociali, se il parco Verde è considerato la più grande piazza di spaccio d’Europa io voglio che non lo sia più e penso che Papà-Stato abbia tutti i mezzi e gli strumenti perché queste cose possano avvenire”. Il problema, conclude Don Patriciello, è che “qui lo Stato non sempre è padre ma patrigno”. 

“Gli adulti hanno abdicato alla fatica dell’educazione, se queste due ragazzine hanno 13 anni, forse anche di meno, e gli stupratori la stessa età, solamente uno sembra che sia maggiorenne, non possiamo addebitare a loro questo scempio, lo scempio va addebitato agli adulti. Come abbiamo educato i nostri figli? Abbiamo qualche responsabilità? Io penso di sì”. Lo dice a LaPresse il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, in merito alle accuse di stupro di gruppo rivolte da due cugine di 13 anni a un ‘branco’ di adolescenti. “Nel momento in cui la famiglia alle spalle non ci sta – continua il prete – sarà la strada a farsi carico dell’educazione del bambino”. “Qui crescono molto in fretta, la strada li fa diventare uomini prima, ma uomini distorti. Dobbiamo essere più attenti quando una bambina torna a casa la sera o da scuola perché certe cose lasciano il segno”. 

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