Sequestrate le pollerie dei clan. Questore: "Colpita anche borghesia mafiosa"

Diciotto arresti per mafia questa notte a Palermo hanno azzerato i vertici del mandamento mafioso di Resuttana. La squadra mobile, guidata da Marco Basile, ha eseguito venti misure cautelari firmate dal gip del tribunale di Palermo su richiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dell’aggiunto della Dda Paolo Guido. Per 16 indagati il giudice ha disposto la custodia in carcere, due sono agli arresti domiciliari. I reati contestati sono, a vario titolo, associazione mafiosa, estorsione e detenzione illegale di armi. Fra gli arrestati spicca il nome di Salvo Genova considerato uno dei boss del mandamento di Resuttana.

Nell’operazione gli inquirenti hanno sequestrato le società Almost food s.r.l.s. e la Gbl food s.r.l.s. che gestiscono la nota catena di esercizi commerciali con insegna “Antica polleria Savoca“. Secondo gli inquirenti le due società erano sotto il controllo mafioso della famiglia di Resuttana.

“L’operazione di polizia che stamani ha portato all’esecuzione di 18 misure cautelari, ha disarticolato il mandamento mafioso di Resuttana, decapitandolo del suo reggente e di altri uomini d’onore che ne costituivano figure di spicco nella gestione di sistematiche attività di estorsione ai danni di imprenditori di ogni ambito. Ma l’aspetto più rilevante consiste nell’aver portato alla luce la collaborazione alle attività criminali di professionisti, la cosiddetta borghesia mafiosa, che non ha esitato a mettere a disposizione le proprie competenze a vantaggio di cosa nostra”. Lo ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia commentando l’operazione della squadra mobile che portato all’arresto di 18 fra boss e affiliati del mandamento mafioso di Resuttana a Palermo. Laricchi ha poi aggiunto: “Un’ulteriore infiltrazione nell’economia si è realizzata mediante imprenditori della ristorazione che hanno a tutti gli effetti costituito una vera e propria impresa mafiosa insieme con il reggente del mandamento, con grave alterazione della concorrenza e della libertà di iniziativa economica. Questa operazione purtroppo fa emergere come, contrariamente al discorso pubblico ufficiale, una parte del mondo delle professioni e dell’impresa sia permeabile ai facili guadagni conseguiti attraverso l’utilizzo della forza intimidatrice della mafia”.

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