La sua sarebbe stata una morte atroce: lo rivela l'avvocato Riziero Angeletti, parte civile nel processo sulla scomparsa e il presunto omicidio della 18enne pakistana

Autopsia sui resti umani che si ritiene siano di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara nella primavera 2021 e per il cui omicidio sono indagati i famigliari. La sua sarebbe stata ‘una morte atroce’. Lo evidenzia parlando con i cronisti l’avvocato Riziero Angeletti, parte civile nel procedimento con l’Unione delle Comunità islamiche in Italia, che ieri ha partecipato all’esame autoptico sui resti trovati in un casolare il 18 novembre scorso. “Da questo primo esame parziale ma certamente importante ne è derivata una considerazione sulle modalità di esecuzione dell’uccisione della ragazza – ha detto l’avvocato al microfono di Rainews24 – che forse non corrispondono a quelle che pensavamo fino ad oggi e certamente sono più atroci”.

Sull’autopsia di ieri è netta l’avvocata Barbara Iannuccelli, legale dell’Associazione Penelope costituitasi parte civile nel processo. “Senza dubbio il corpo è quello di Saman”, ha detto, contattata da LaPresse. “Non possiamo allo stato avere certezze sulle cause della morte“, ha precisato: “Il corpo è stato per un anno e mezzo seppellito sotto due metri di terra argillosa, a contatto diretto con animali e batteri. Questo ha reso i tessuti ‘saponificati’, in parte conservati e analizzabili, ma non è possibile al momento dire se i segni sul corpo della giovane siano la causa della morte o siano posteriori al decesso“. 

Non ci sono dubbi che sia lei“, ha concluso, “sia per i vestiti che indossa, sia per i capelli, il braccialetto sulla caviglia sinistra, gli orecchini”, che portava la sera dell’omicidio. Ma per stabilire la causa della morte saranno necessarie ulteriori analisi”.

Attraverso le analisi e gli esami istologici, nei prossimi giorni gli esperti dell’Istituto Labanof dell’Università di Milano dovranno stabilire se le ferite riscontrate sul corpo siano pre o post mortem. In particolare, se le alterazioni, come una profonda ferita sotto la gola, fossero riferibili agli ultimi istanti di vita della giovane, lo studio evidenzierebbe un’irrorazione sanguigna nei tessuti. Se, al contrario, questo non emergesse, vorrebbe dire che la ferita è successiva al decesso.

 

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