La famiglia aveva denunciato pubblicamente di non essere stata ascoltata quando aveva chiesto aiuto per il comportamento del figlio Alberto

Due poliziotti e un medico indagati per le omissioni d’atti d’ufficio e omessa denuncia dopo l’omicidio di Alice Scagni, la donna di 35 anni uccisa dal fratello Alberto il primo maggio a Genova. “La notizia che finalmente ci sono tre indagati sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere. È un primo passo verso l’accertamento della verità. Auspico che venga iscritta la denuncia che abbiamo fatto per omicidio in conseguenza di altro reato e, cioè, di quelle omissioni”, ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste i genitori di Alice e Alberto.

“Da un punto vista formale prendiamo atto del fatto che ci sono 3 indagati e sembrerebbe passo avanti, attendiamo di vedere gli atti soprattutto ritengo che la famiglia, in seguito alla denuncia per omicidio in conseguenza di altro reato, sia autorizzata ad essere considerata parte offesa e ad avere informazioni dalla procura direttamente per vie istituzionali e non dalla stampa”, precisa ancora il legale. Nel registro degli indagati, per omissione d’atti d’ufficio e omessa denuncia, sono stati iscritti due agenti di polizia e un medico del servizio di Salute mentale della Asl, ai quali la famiglia si era rivolta.

La famiglia aveva denunciato pubblicamente di non essere stata ascoltata quando aveva chiesto aiuto per il comportamento del figlio Alberto, la procura di Genova aveva aperto un fascicolo per chiarire se vi fossero state omissioni. Il giorno dell’omicidio proprio i familiari avevano avvertito il 112 in seguito ad un’escalation di minacce ricevute da parte del figlio che chiedeva denaro ai genitori. “Vorremmo avere quelle telefonate con i numeri di emergenza – prosegue il legale – per avere un quadro più completo. Al momento la cautela è d’obbligo, certamente però quell’omicidio poteva essere evitato”.

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