L'imprenditore è accusato di aver abusato di due giovani modelle nel 2020
Nessun sequestro conservativo a carico dell’imprenditore Alberto Genovese, accusato di aver abusato di due giovani modelle tra il luglio e il novembre 2020 tra Milano e Ibiza. Lo ha deciso il gup Chiara Valori, ritenendo che i beni che l’imprenditore ha affidato ad un trust, dove poi ha versato i circa 200 milioni ottenuti dalla vendita del suo pacchetto azionario di Prima Assicurazioni, siano sufficienti a coprire eventuali risarcimenti per le due vittime di abusi. Genovese aveva già offerto alle due ragazze, che si sono costituite parti civili, un risarcimento di 150mila euro, che è stato rifiutato.
L’avvocato Luigi Liguori – che rappresenta una ragazza che ha denunciato Genovese per essere stata stordita con un mix di droghe e poi violentata per 20 ore durante una festa a ‘Terrazza Sentimento’, l’attico milanese di Genovese, nell’ottobre 2020 – aveva chiesto al giudice di “congelare” una somma pari a 1,5 milioni di euro. Cifra che ammonterebbe al danno patrimoniale e non patrimoniale riportato dalle giovane, che dopo le violenze della notte del 20 ottobre 2020 ha riportato un’invalidità permanente del 40%. Dopo aver trascorso la notte con Genovese, la modella è stata liberata solo il pomeriggio successivo. Una pattuglia della polizia l’aveva soccorsa e portata al centro anti violenza della clinica Mangiagalli, dov’era stata ricoverata per una settimana. Dopo la sua denuncia era scattato l’arresto per Genovese e dalle indagini è emerso un altro caso di abusi su una modella 23enne, che era stata sua ospite durante una vacanza ad Ibiza.
Per la difesa della ragazza, il trust costituito da Genovese non darebbe sufficienti garanzie perchè nell’atto costitutivo si dice che è regolato dal diritto del Regno Unito, ma “nessuna normativa del Regno Unito regola l’istituto del trust per il semplice motivo che il Regno Unito non ha un sistema legale singolo, ma dispone di tre distinti sistemi legislativi: la legge inglese, la legge nordirlandese e la legge scozzese ed ognuno di questi ha una sua diversa normativa istitutrice della fattispecie del trust”. Abbastanza per ritenere che “l’erronea o mancata individuazione della legge regolatrice porti alla automatica caducazione o nullità dell’intero atto costitutivo del trust”.
Diversa la posizione del gup, secondo cui “nessun elemento attesta l’inesistenza attuale di un patrimonio riferibile all’imputato sufficiente a far fronte alle obbligazioni civili che dovessero derivare dal reato” e “neppure da un punto di vista soggettivo sono individuabili elementi che inducano a ritenere un pericolo di dispersione delle garanzie del credito”.
“La semplice costituzione di un trust – chiarisce il gup – non rappresenta elemento sufficiente per ritenere che egli stia cercando di sottrarsi ai propri obblighi”. Al contrario, il trust sarebbe stato costituito “proprio allo scopo di garantire il pagamento delle spese di giustizia ed eventuali risarcimenti del danno dovuti alle persone offese”. Senza contare che “le vittime del reato – fa notare il gup – sono indicate tra i beneficiari diretti del patrimonio segregato, dal momento che lo stesso Genovese resterà beneficiario allo scopo di far fronte al risarcimento danni, mentre le ragioni delle vittime rimarranno in ogni caso garantite anche laddove l’imputato dovesse sottrarsi alla misura cautelare o decadere anzitempo”.
“La semplice prospettata costituzione di un trust – chiarisce il giudice – non rappresenta per contro elemento sufficiente per ritenere che egli stia cercando di sottrarsi ai propri obblighi”.
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