Il cold case è stato riaperto di recente. Le indagini si concentrano sulla voce di una donna in un'intercettazione

Si concentrano su una voce, al momento ancora anonima, le indagini sull’omicidio di Nada Cella, riaperte a 25 anni di distanza dal delitto di via Marsala a Chiavari. L’ultimo elemento che si aggiunge in ordine di tempo è una telefonata, intercettata e messa agli atti già 25 anni fa e diffusa oggi dagli inquirenti nella speranza di poter identificare l’interlocutrice ignota. Si tratta di un breve estratto di 23 secondi. La chiamata arriva a casa di Marco Soracco, commercialista di Chiavari nel cui studio venne ritrovata agonizzante la giovane segretaria di 24 anni, Nada Cella, la mattina del 6 maggio 1996: a rispondere è la madre Marisa Bacchioni, cui cui l’uomo ai tempi viveva. La telefonata risale al 9 agosto 1996, epoca in cui Soracco risultava indagato, e per questo il telefono era sotto controllo. La voce è femminile, forse di una donna non giovanissima, che in tono confidenziale racconta di aver visto una persona uscire in modo affrettato dal palazzo dove si è consumato l’omicidio. Il riferimento sarebbe ad Annalucia Cecere, l’ex insegnante indagata in questo nuovo filone di inchiesta per omicidio volontario.

I 23 secondi sono solo un estratto dell’intercettazione telefonica più ampia, in mano agli inquirenti, che dura in tutto 5 minuti. Una telefonata anonima diversa dalle altre, più lunga e circostanziata rispetto a quelle arrivate all’epoca, che non duravano mai più di pochi secondi. “L’ho vista che era sporca – si ascolta nell’audio – ha infilato tutto nel motorino e io l’ho salutata e non mi ha guardato. 15 giorni fa l’ho incontrata in caruggio che andavo alla posta, non mi ha nemmeno guardato. E’ scivolata di là, verso sera”. Il tono sembra quello confidenziale, quasi l’anonima conoscesse la persona dall’altro capo del filo, ed è sul chiarimento di questo aspetto che si concentrano gli accertamenti in queste ore: resta inoltre da capire se le informazioni raccontate in quella telefonata siano di prima mano, viste direttamente dall’anonima al telefono, o se siano state carpite da racconti sentiti in quelle settimane, quindi filtrate.

La speranza di chi indaga, su cui nelle ultime ore anche la mamma di Nada Cella ha lanciato un appello, è che la persona anonima, un potenziale super testimone, che fece quella telefonata si rivolga alle forze dell’ordine, che venga identificata. Al momento in questo nuovo filone di inchiesta oltre ad Annalucia Cecere risultano indagati anche Marco Soracco e l’anziana madre, entrambi hanno ricevuto un avviso di garanzia per false dichiarazioni fornite ai pm.

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