Attese nuove manifestazioni nel weekend contro il cantiere a San Didero

C’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre”, ancora una volta la promessa che da 30 anni risuona nelle marce degli attivisti No Tav in Valle di Susa è stata mantenuta. La mobilitazione, questa volta contro il nuovo cantiere dell’autoporto di San Didero, è stata immediata e dura con due giorni di violenti scontri con le forze dell’ordine. L’area individuata per il lavoro si sviluppa su una superficie di 68mila metri quadrati tra i comuni di Bruzolo e San Didero, nei prati lungo l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia.

Il nuovo autoporto sostituirà quello attuale di Susa, sulla cui area sarà costruita la nuova stazione internazionale dell’alta velocità. Nella notte tra lunedì e martedì decine di mezzi delle forze dell’ordine hanno preso possesso dell’area dopo duri scontri con gli attivisti che difendevano una vecchia struttura usata come presidio. Superando le barricate costruite dai No Tav la polizia in assetto antisomossa ha liberato l’area dove ad oggi cinque manifestanti resistono sul tetto del presidio.

A preoccupare ora è la possibilità che le nuove mobilitazioni previste nel week end possano coincidere con nuovi scontri, per questo l’area del cantiere è stata completamente fortificata con reti e blocchi di cemento. Le ragioni dell’opposizione all’opera da parte del movimento valsusino le spiega il vicesindaco di San Didero, Alberto Lorusso: “Il terreno su cui dovrebbe sorgere il nuovo cantiere nel 2003 era stato messo sotto sequestro perché erano stati ritrovati dei fusti di materiale altamente inquinante interrati. L’area fu in parte bonificata, oggi la paura più grossa è che smuovendo la terra, quelle sostanze tossiche possano tornare in circolo con conseguente danno sia per l’ambiente che per la salute dei chi abita la Valle”. Sotto accusa anche i costi, la spesa prevista per l’ autoporto è intorno ai 50 milioni di euro, di questi 5 saranno utilizzati solo per la messa in sicurezza dell’area.

“Oltretutto -riprende Lorusso- né le amministrazioni di San Didero, né quelle di Bruzolo sono state informate dell’avvio dei lavori, abbiamo saputo all’una e mezza di notte che una settantina di mezzi delle forze dell’ordine erano appena uscite dall’autostrada a Borgone e avevano preso possesso dell’area di cantiere. Stanno facendo passare il messaggio che l’opera è stata condivisa con la popolazione e le amministrazioni, ed è stata accettata dalle comunità locali. Se così fosse che necessità avrebbero di arrivare alle due di notte con tutte quelle forze dell’ordine a presidiare l’area? Questo è il fallimento della politica italiana”.

A rimarcare il concetto anche l’ex sindaca di San Didero Loredana Bellone, oggi consigliera di maggioranza: “Sono arrivati di notte come dei ladri, non si può tenere in piedi un’opera con la forza. Serviranno vent’anni di lavori per finire la linea, pensano di andare avanti sempre così? Le istituzioni dovrebbero essere vicino al cittadino e tutelarlo, qui in Val di Susa ci dobbiamo guardarci le spalle, è il fallimento dello Stato”.

Ad alzare la voce sono anche gli amministratori dei comuni vicini: “Ci aspettavamo arrivassero in valle i vaccini, ci hanno portato ancora una volta cantieri e forze dell’ordine” dice Francesco Richetto assessore ai lavori pubblici del comune di Bussoleno. Dal Consiglio regionale la ex pentastellata Francesca Frediani si schiera con l’amministrazione di San Didero: “Qua si calpestano diritti, sia dei cittadini che degli amministratori che rappresentano una comunità. È assurdo che la politica l’unica cosa che sappia dire è “il Tav deve andare avanti, condanniamo le violenze. Alla manifestazione di ieri sera si è toccato il fondo perché sparare lacrimogeni dentro un centro abitato in piena notte, con il fumo che entrava nelle case è allucinante”.

Intanto sul fronte della protesta già questa sera il movimento No Tav si ritroverà in un’assemblea all’esterno del Polivalente di San Didero per decidere le prossime iniziative di lotta, si parla una tre giorni di mobilitazioni da venerdì a domenica. La certezza è una sola, la Val di Susa non è pacificata.

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