L'europarlamentare condanna il nuovo decreto interministeriale: "Prima bisogna salvare le persone e poi fare i dovuti controlli"

“A cosa serve questo decreto? A poco. Gli sbarchi 'autonomi' ci sono comunque. Sono arrivate più di cento persone in questi giorni a Lampedusa: è la dimostrazione che, anche con il decreto, non cambia nulla. Non ne vedo la necessità. L'invasione non c'è, anche se dobbiamo aspettarci che gli sbarchi riprendano: si va verso la bella stagione”. Pietro Bartolo, medico di Lampedusa ed europarlamentare, condanna il nuovo decreto interministeriale con cui il Governo decide in via cautelativa per tutelarsi dal Covid 19 la chiusura dei porti alle Ong che salvano i migranti. Quindi, al momento, solo alla nave Alan Kurdi. Lui che ha visto i segni della tortura su uomini e donne partiti dalla Libia e ha incontrato i ragazzini abusati scappati dai loro aguzzini non esita a criticare la scelta della maggioranza a cui pure appartiene in quanto esponente di Demos-Pd.

“Prima bisogna salvare le persone e dopo fare i dovuti controlli sanitari e seguire le indicazioni di quarantena. Cioè esattamente come si fa per tutti. Siamo uguali, non siamo differenti. I controlli e l'isolamento si possono fare a terra o a bordo di una nave abbastanza grande, come accade in America. Una volta finita la quarantena, i migranti possono essere trasferiti laddove ci sia disponibilità, come in Germania”, ha aggiunto Bartolo.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata