“A volte ho l'impressione che nel nostro Paese ci sia un atteggiamento passivo nei confronti del presente, che sta sgretolando uno dei pilastri del nostro stare insieme e del nostro modo di guardare al futuro. È come se si pretendesse di aver diritto a un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare”. È con queste parole che inizia un discorso di Sergio Marchionne, diventato virale sui social network a pochi giorni dalla sua prematura morte, che può essere considerato una sorta di eredità morale dell’ex ad di Fca. Il manager individua tra le cause di tale atteggiamento il ’68. Un movimento che, pur avendo “permesso di compiere enormi passi in avanti nelle conquiste sociali e civili, ha avuto purtroppo un effetto devastante nei confronti dell'atteggiamento verso il dovere”. “Oggi viviamo nell'epoca dei diritti – spiega -: quello al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa, il diritto di urlare e sfilare, a pretendere. I diritti sono sacrosanti e vanno tutelati, ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo”. Il manager conclude con un messaggio rivolto al futuro, contro un “attendismo perverso e involutivo”: “Torniamo a un sano senso del dovere, alla consapevolezza che per avere bisogna anche dare”, riscopriamo “il valore del contributo che ognuno può dare al processo di costruzione dell'oggi e soprattutto del domani”.

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