Per il 28enne ex Lega il procuratore capo Giorgio ipotizza il reato di tentata strage aggravata dall'odio razziale. Sabato manifestazione dell'Anpi

Ha detto ai magistrati che voleva giustizia per Pamela Mastropietro Luca Traini, ex candidato Lega autore della sparatoria di Macerata in cui sono rimasti feriti 6 extracomunitari. Ora dovrà rispondere di tentata strage aggravata dall'odio razziale.

Come riferisce Giovanni Giorgio, procuratore capo di Macerata, nelle dichiarazioni spontanee rese ai carabinieri il 28enne, "aveva saputo di quanto successo a Pamela" e per questo "aveva pensato di venire in tribunale" durante l'udienza in cui veniva giudicato il nigeriano presunto assassino della ragazza, Innocent Oseghale, "e aveva pensato di lasciare una scatola vuota di proiettili e un cerino di Mussolini". Avrebbe poi cambiato idea e iniziato una caccia agli extracomunitari della sua città perché ha spiegato nell'interrogatorio "il fenomeno dell'immigrazione clandestina va stroncato". Una versione, quella di Traini che i gli inquirenti vaglieranno con attenzione. Sulle voci di una amicizia tra Pamela e Luca Traini, la mamma della ragazza aveva detto a La Stampa: "Non ho mai sentito parlare di questo Luca Traini, e visto il rapporto che avevamo io e Pamela sarebbe stata lei stessa a mettermi al corrente della relazione. Inoltre, mia figlia si trovava nella comunità di recupero Pars di Corridonia, in provincia di Macerata, è strano che frequentasse qualcuno all'esterno". Ma proprio a Corridonia, un anno fa, Traini si era candidato con la Lega Nord alle elezioni.

Ammissione – È stato lo stesso Traini ad ammettere il gesto, senza pentirsi. Per il suo legale, Giancarlo Giulianelli, Traini era incapace di intendere quando ha deciso di sparare, ferendo cinque uomini e una donna. Tuttavia, secondo quanto riferito dall'avvocato, l'uomo non voleva colpire la ragazza: "Ho incontrato il mio assistito in carcere ad Ancona. 'Come sta la ragazza?', mi ha chiesto. 'Non volevo colpirla', ha detto". 

"Non si rende conto di quello che ha fatto e del clamore mediatico, anche internazionale, che tutta la vicenda sta suscitando. Non si rende conto che è capitata questa scellerata vicenda in un momento politico delicato per l'Italia, con le elezioni alle porte. Lui questo non l'ha preso in considerazione, non l'ha neanche sfiorato che poteva esserci un clamore politico. E' estraneo a queste dinamiche", ha aggiunto Giulianelli. Ora l'uomo si trova nel carcere di Montacuto, ad Ancona, lo stesso in cui è rinchiuso Oseghale.

Nella sua abitazione sono stati ritrovati e sequestrati una copia del Mein Kampf, (il saggio in cui Adolf Hitler espose il suo pensiero politico e delineò il programma del partito nazional socialista), una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili all'estrema destra. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata