Grosseto, 2 dic. (LaPresse/AP) – Con l’inchino al Giglio l’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino voleva “prendere tre piccioni con una fava”: uno era per Tievoli, “che per tramite del comandante Bosio mi ricordò del passaggio sotto il Giglio che doveva essere compiuto e che era stato chiesto due crociere prima di quella del naufragio”, l’altro per Antonio Palombo, comandante in pensione con casa sull’isola; l’ultimo corrispondeva, invece, a “un fatto commerciale”, “di “immagine”, per far contenti gli ospiti a bordo. Queste le motivazioni della manovra, spiegate da Schettino durante l’interrogatorio dell’accusa presso il Teatro Moderno di Grosseto.

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