Roma, 13 nov. (LaPresse) – Il lago Maggiore ha raggiunto il massimo storico del periodo a Sesto Calende e il livello del fiume Po è salito di un metro a Piacenza nelle ultime 24 ore. Sono solo alcuni esempi rappresentativi dei problemi riscontrati in molti corsi d’acqua italiani, con piene, esondazioni e frane e con conseguenti allarmi nelle campagne e nelle città. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti effettuato nella mattina del 13 novembre sugli effetti dell’ondata di maltempo che ha colpito la Penisola. “Dal monitoraggio su tutto il territorio nazionale emerge un quadro desolante”, commenta in un comunicato stampa Coldiretti.

In Puglia, ad esempio, dove si è aggravato il bilancio degli effetti causati nel Tarantino dalla violenta tromba d’aria che, partita dal mare, si è abbattuta sulla fascia orientale della provincia ionica, oltre 1000 ulivi secolari sono stati sradicati, senza considerare gli ingenti danni causati dalla forza del vento alle strutture con capannoni scoperchiati e tendoni abbattuti nella zona tra Sava e Fragagnano (Ta).

In Piemonte la preoccupazione maggiore è il rischio di frane nelle aree montane: “Nel Novarese – riferisce la Coldiretti l’esondazione di laghi e di corsi d’acqua ha allagato numerosi terreni agricoli. In particolare la coltivazione del mais, ancora totalmente presente nei territori di collina e parzialmente in pianura, ha subito le conseguenze peggiori. Fortunatamente – aggiunge la Coldiretti – le risaie hanno fatto da cassa di espansione naturale, salvando le città e i paesi della piana dall’incubo dell’alluvione”. Inoltre c’è allerta per i livelli ancora alti del Lago Maggiore e del Lago d’Orta,; le esondazioni, a intermittenza del Sesia a Prarolo, oltre a quella dei torrenti Cervo a Formigliana e Buronzo ed Elvo a Carisio, rischiano di mettere sott’acqua l’agricoltura in diverse aree del Vercellese, complicando le ultime operazioni di taglio di riso e mais e mettendo a rischio la semina dei cereali.

In Lombardia la mappa dei danni stilata da Coldiretti individua fiumi e torrenti ingrossati, allagamenti nelle golene, laghi fuori dall’alveo, smottamenti e campi ‘affogati’. Fra Lodi e Piacenza sono sott’acqua almeno 600 ettari di campi. Sono andati perduti i raccolti a cereali e una grande parte della produzione di fieno. In Liguria, devastata dalle frane, nelle zone di pianura le perdite maggiori riguardano gli ortaggi e le coltivazioni a piante aromatiche dell’Albenganese. Il monitoraggio dei danni da parte della Coldiretti è tuttora reso difficile dai problemi di viabilità e dalle difficoltà di collegamento. I danni causati dal maltempo in questi giorni si sommano al conto delle perdite all’agricoltura, che quest’anno è arrivato a 2,5 miliardi, considerando danni strutturali, calo produttivo, maggiori costi per la difesa della colture e stravolgimento nei consumi.

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