Città del Vaticano (Vaticano), 6 lug. (LaPresse) – “Tanti sono costretti ad emigrare dalla loro patria, mettendo a repentaglio la propria vita. Molti di più portano ogni giorno il peso di un sistema economico che sfrutta l’uomo, gli impone un ‘giogo’ insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare. Così papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro, di ritorno dalla visita in Molise. Poi si sofferma sull’invito di Gesù: ‘Venite a me’, “questo invito di Gesù si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a volte prive di validi punti di riferimento. Nei Paesi più poveri, ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi, si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza. Ai margini della società sono tanti gli uomini e le donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione”.

“L’indifferenza, quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana e peggio quella dei crisitiani” ha aggiunto e poi ripete: “‘Venite a me, voi tutti’. Gesù lo dice anche a coloro che possiedono tutto ma il loro cuore è vuoto e senza Dio” ha proseguito il papa. “L’invito di gesù – ha proseguito il papa – è per tutti ma in modo speciale per quelli che soffrono di più” perché “Gesù cercava gente comune sfinita” promettendo loro “sollievo e ristoro”.

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