Roma, 7 mag. (LaPresse) – Decine di malati di Sla si sono ritrovati stamane a protestare di fronte al ministero dell’Economia. Obiettivo: ottenere lo sblocco del fondo da 350 milioni per la autosufficienza dei disabili, attualmente fermo, e anche il suo rifinanziamento per l’anno prossimo. Per il momento, infatti, sono previsti solo tre milioni e mezzo di euro.

“IN SETTE MESI NON E’ STATO FATTO NULLA”. A promuovere l’iniziativa è stato il Comitato 16 novembre, una associazione che da anni si batte per i diritti di chi è affetto dalla Sla. Il Comitato non è nuovo a iniziative simili. “Porterò stamane al ministero – denuncia Mariangela Lamanna, vicepresidente dell’associazione – un comunicato stampa a firma di tre sottosegretari, nel quale c’erano degli impegni precisi sette mesi fa. Non è stato fatto nulla. Ora, col nuovo Governo, anche se il sottosegretario Pier Paolo Baretta è sempre al ministero del Tesoro, la delega è passata a Enrico Zanetti. Quindi si ricomincia da capo con un nuovo percorso. Maria Cecilia Guerra, che a ottobre scorso era viceministro, il 17 aprile 2012 ci aveva promesso un piano per la non autosufficienza entro trenta giorni. Dopo due anni questo piano non c’è ancora”.

“OGNI VOLTA MUOVIAMO PERSONE DA TUTTA ITALIA”. “Non è accettabile – prosegue – essere costretti a fare un presidio ogni sei mesi. Ogni volta muoviamo persone da tutta Italia. Il nostro segretario ha affrontato l’ennesimo viaggio in nave, non è uno scherzo. Non è un campeggio. Abbiamo avvisato del presidio di oggi, ma ogni volta cascano dalle nuvole. Ci vuole poco per fermare un presidio e convocare i vertici dell’associazione”. La presidente dell’associazione, Laura Flamini, raggiunge il presidio in ambulanza, su un lettino. Tanti i dimostanti in carrozzina, molti vestono una maglietta con la scritta ‘Non ho più voglia di morire’.

“NELL’ULTIMO PRESIDIO MORI’ UN NOSTRO CONSIGLIERE”. “Nell’ultimo presidio il 23 ottobre scorso – ricorda – è morto Raffaele Pennacchio, nostro consigliere direttivo, dopo aver trascorso 36 ore in carrozzina, passando una notte all’addiaccio sotto il Mef, perché nessuno in questo palazzo si era degnato di riceverci. E’ una cosa scandalosa, non si possono tenere dei disabili gravissimi sotto un palazzo ad attendere i comodi di queste persone”. Dopo una notte di attesa, alla fine l’incontro era arrivato. Ed era stato proprio in quell’incontro che l’associazione aveva incassato dal Governo gli impegni che, denuncia ora, non sono stati mantenuti. Pennacchio era soddisfatto di quella giornata di lotta. Ma la fatica lo aveva tradito. Rientrato in albergo, quella sera si era accasciato ed era morto.

“VOGLIAMO LO SBLOCCO DEI FONDI, SENZA SOLDI SI MUORE”. La richiesta dell’associazione è molto semplice: “Vogliamo – spiega Lamanna – lo sblocco del fondo per la non autosufficienza di 350 milioni di euro e il suo rifinanziamento per l’anno prossimo. Al momento sono previsti solo 3 milioni e mezzo”. Un fondo che riguarda tutti i tre milioni di disabili italiani. Per i malati di Sla, “se le cose non cambiano – denuncia – significa che non abbiamo i soldi per pagare l’assistenza e che chi è soggetto a crisi respiratorie, se non può pagare, si lascia morire”.

L’APPELLO A RENZI: “NON CI LASCI NELLA PALUDE”. E lancia l’appello al premier Matteo Renzi. Non si possono, dice, promettere 80 euro agli italiani e non pagare il fondo per la disabilità. “Non non vogliamo restare – scandisce – nella palude. Non può salvarsi lui e il suo Governo perché siamo in campagna elettorale e lasciare morire i disabili affogati nella palude”.

I NUOVI IMPEGNI DEI SOTTOSEGRETARI. I rappresentanti del Comitato 16 novembre sono stati ricevuti dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, il sottosegretario al Lavoro Franca Biondelli e il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo. Al termine dell’incontro i tre sottosegretari si sono impegnati a convocare entro 45 giorni il tavolo interministeriale con la partecipazione delle Regioni e aperto a tutte le associazioni, richiesto già da tempo dal Comitato 16 novembre, per la definizione di un piano nazionale sulla non autosufficienza, con particolare attenzione al tema della domiciliarità indiretta. Hanno inoltre annunciato un approfondimento dei riflessi dell’inclusione nell’Isee delle provvidenze sociali, un chiarimento dei criteri di ripartizione dei 350 milioni di euro del fondo per la non autosufficienza nel senso della destinazione ai malati gravissimi del 30% di 275 milioni, più ulteriori 75 milioni già vincolati, procedendo dove necessario all’apposita riformulazione del decreto interministeriale.

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