Avellino, 1 ago. (LaPresse) – Sono tre gli indagati per la strage del bus precipitato a Monteforte Irpino, nell’avellinese. Si tratta del titolare della ditta proprietaria dell’autobus e fratello dell’autista, Ciro Lametta, morto nell’incidente, e di due dipendenti di Autostrade per l’Italia. Nei loro confronti sono state emesse delle informazioni di garanzia. Il procuratore Rosario Cantelmo che si sta occupando del caso spiega che sono tre i filoni di indagine avviati, focalizzati su chi guidava, sullo stato del mezzo e sullo stato dell’autostrada.
Per questo, spiega ancora il procuratore, è stato disposto il sequestro del tratto autostradale interessato dall’incidente e anche la parte della scarpata sottostante la A16 Napoli-Canosa, dove il bus ha finito la sua corsa. In seguito all’incidente sono morte 38 persone. Secondo i primi accertamenti, seconodo quanto reso noto agli organi di stampa nei giorni scorsi dal ministro Maurizio Lupi, sembra che il bus risalisse al 1995 e fosse poi stato reimmatricolato.
Il procuratore Cantelmo spiega inoltre che, data la gravità e complessità dell’incidente, le indagini potranno proseguire ancora per molto tempo. Risultano infatti coinvolte una decina di auto e, oltre alle 38 vittime, 13 sono i feriti.
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