Milano, 29 set. (LaPresse) – La procura di Milano ha chiesto il fallimento dell’ospedale San Raffaele. I pm Laura Pedio e Luigi Orsi che si stanno occupando del caso hanno depositato oggi l’istanza presso il tribunale fallimentare di Milano. Secondo la procura questa soluzione tutela maggiormente i creditori che in questo modo riceveranno tutti uno stesso trattamento ed evita che la situazione si aggravi ulteriormente. Il San Raffaele è gravato infatti da 1,5 miliardi di debiti in gran parte con il sistema dei fornitori e per 300-400 milioni di competenza delle banche. L’udienza per la discussione è stata fissata per il 12 ottobre, due giorni il10 ottobre, termine entro il quale il nuovo Cda dell’ospedale dovrà depositare la proposta di concordato preventivo. Molto probabilmente quindi la richiesta di fallimento verrà subordinata all’eventuale raggiungimento di un accordo. Rimarranno comunque in piedi i reati fallimentari, per i quali la procura potrà indagare gli eventuali responsabili.

Dalla “prima analisi” dei documenti cartacei e informatici reperiti durante la perquisizione dell’ufficio e dell’abitazione di Mario Cal,ex direttore generale del San Raffaele che si è tolto al vita, sono emersi “ulteriori fatti di reato”. I fatti di reato si riferiscono “agli articoli 2638, commi 1 e 2, del codice civile (ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza), la cui violazione è riferita all’ostacolo che la Fondazione sembra avere svolto in danno dell’organo amministrativo che sulla stessa esercita la funzione di vigilanza”. E ancora “agli articoli 2 e 8 del Decreto legge 74/2000, riferiti alla fatturazione di operazioni inesistenti”.

“Non è prevedibile alcun miglioramento della situazione patrimoniale e finanziaria” dei conti del San Raffaele. “La previsione dei flussi di cassa in entrata ed in uscita per il periodo agosto-dicembre 2011 predisposta dal management dell’ente – si legge ancora nel documento – presenta saldi negativi mensili pari a circa 100 milioni di euro. Peraltro, il saldo ottenuto è da ritenersi al ribasso poiché si esclude dal computo delle uscite il pagamento delle forniture correnti e si include, solo il pagamento dei debiti pregressi di alcuni fornitori considerati strategici”.

Secondo i pm Luigi Orsi e Laura Pedio la situazione è “prevedibilmente suscettibile di ulteriore aggravamento” ed “esige di essere immediatamente e senza ritardo portata nella sede giurisdizionale. Si annuncia da mesi la presentazione di una proposta di concordato preventivo. Il ricorso non è stato ancora depositato ed è di pubblico dominio che l’iniziativa non è ancora munita delle attestazioni che ne sono precondizione. Nulla allo stato fa prevedere che questa annunciata proposta di concordato sia la possibile soluzione dell’insolvenza della Fondazione San Raffaele”. “Si impone allora un’iniziativa – quella che la legge fallimentare impone al Pubblico Ministero – orientata a perseguire l’interesse pubblico, sotto molteplici connessi profili. Questa iniziativa è innanzitutto finalizzata all’intento di arrestare ulteriori dissipazioni patrimoniali”, si legge nel documento.

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