Lampedusa (Agrigento), 4 ago. (LaPresse) – Un barcone di circa 20 metri, proveniente dalla Libia con oltre trecento persone a bordo, rimasto alla deriva per molte ore a circa 90 miglia dall’isola di Lampedusa è stato soccorso nel pomeriggio da quattro motovedette e da un elicottero della guardia costiera. La notizia dell’imbarcazione alla deriva era pervenuta alla centrale operativa delle capitanerie di porto da un rimorchiatore cipriota che aveva portato il primo aiuto ai naufraghi, ma se ne era allontanato quando qualcuno di essi si era lanciato in mare nel tentativo di raggiungerlo, gettando in mare zattere di salvataggio perché le persone in acqua si salvassero.
Alle prime ore della mattinata l’elicottero Nemo della Guardia Costiera, partito dall’aeroporto di Catania, ha calato sulla barca e sulle zattere il proprio cestello con acqua e generi di prima necessità. Il tentativo disperato di qualche naufrago di aggrapparsi al cestello per tentare una impossibile risalita a bordo ha costretto l’elicottero ad abbandonare l’attrezzatura. Alle 14,40 le quattro motovedette hanno raggiunto il barcone e le zattere, ed hanno iniziato il trasbordo al sicuro degli occupanti, ridotti ormai allo stremo delle forze, per l’immediato trasferimento al porto di Lampedusa. Tre degli occupanti sono stati recuperati dall’elicottero gravemente disidratati, fra questi una donna incinta.
A bordo del barcone è stato anche ritrovato un cadavere che verrà trasferito sull’isola. Ma non sarebbe l’unica vittima. Alcune persone sarebbero morte durante il viaggio dalla Libia alle coste italiane e i loro corpi sarebbero stati gettati in mare. A raccontarlo sono stati alcuni dei 300 profughi soccorsi a 90 miglia da Lampedusa, che hanno parlato di alcune decine di morti. Al momento non è stato possibile da parte della guardia costiera verificare il loro racconto.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha seguito con attenzione l’andamento della delicata missione umanitaria, partecipando vivamente all’esito del soccorso.
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