A breve i club presenteranno le manifestazioni di interesse

Inter e Milan pensano di nuovo ad uno Stadio condiviso nell’area di San Siro, di fronte all’attuale Meazza. È quanto emerso martedì mattina da un incontro tra il sindaco di Milano Giuseppe Sala, una delegazione dei due club – rappresentate dai dirigenti e dalle proprietà Oaktree Capital e Redbird Capital Partners – e la soprintendente Emanuela Carpani, ricevuti dal ministro della Cultura Alessandro Giuli alla presenza anche del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi. Secondo quanto riferito da Palazzo Marino, durante l’incontro “è stata presentata ai Ministri l’ipotesi di costruzione del nuovo Stadio di Milano a San Siro, di sviluppo delle aree circostanti, unitamente alle linee guida della rifunzionalizzazione dello Stadio Meazza, già condivise con la soprintendente Carpani”. Si tratta di una sorta di vincolo light che prevede il mantenimento di una parte dello storico Stadio milanese, sulla cui destinazione d’uso si discuterà in seguito. Da parte di tutti gli interlocutori “c’è stato apprezzamento e soddisfazione. A breve i Club procederanno alla presentazione della manifestazione di interesse utile alla prosecuzione del procedimento. Nel frattempo, si attende la perizia dell’Agenzia delle Entrate per avere il quadro necessario per una valutazione complessiva”, si legge ancora nella nota del Comune.

Abodi: “Punto di svolta”. Ma i club sono cauti

L’acquisto dell’area dei due club dopo la valutazione che sarà fatta sarebbe il primo passo di un progetto che potrebbe vedere la luce, però, soltanto dopo le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, visto che proprio al Meazza si svolgerà la cerimonia di apertura. “Tutti molto soddisfatti, un punto di svolta che sarà utile anche oltre Milano. La collaborazione pubblico-privata e tra le Istituzioni produce quasi sempre buoni frutti, nell’interesse di tutti”, ha commentato soddisfatto a LaPresse il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi. Più cauti i due club: secondo quanto filtra da fonti di Red Bird c’è un invito ad “andare piano” prima di parlare di svolta. Fonti Milan parlano di “un incontro prezioso, positivo e interessante”, chiarendo comunque che quello di oggi non cancella ciò su cui si è investito in tempi, denaro e persone, vale a dire il progetto di San Donato, che comunque c’è e corre su un binario lineare con un iter progettuale definito. “Il progetto di San Siro è interessante, ma San Donato resta”, è in estrema sintesi la posizione del club rossonero.

Scaroni: “Resta l’ipotesi San Donato”

Un’ipotesi, quella di San Siro comunque “da prendere in considerazione”, specifica il presidente rossonero Paolo Scaroni, precisando che oggi “abbiamo superato il problema che ci si poneva da mesi della conservazione del secondo anello di questo Stadio. Possiamo costruire un nuovo Stadio nella zona di San Siro conservando un edificio che verrà al posto dello Stadio dove siamo oggi, il secondo anello o parte di esso”. “Le tempistiche? Abbiamo ancora dei passaggi”, ha concluso Scaroni, “a cominciare da quello di capire a che valore ci potrà vendere la municipalità di Milano lo Stadio di San Siro e l’area circostante. Tutto questo non lo sappiamo ancora ed è per questo che teniamo ben desta la nostra ipotesi di San Donato, dove abbiamo lavorato tanto tempo e speso anche 40 milioni”.

Un iter lungo cinque anni

Il lungo iter verso l’agognato Stadio di proprietà, fondamentale per essere ai livelli dei top club europei in termini di ricavi, è iniziato nel 2019 quando Inter e Milan presentarono al Comune di Milano il primo progetto di fattibilità. L’idea originaria prevedeva l’abbattimento del Meazza per la costruzione di un nuovo Stadio ‘la Cattedrale’ progettato dello studio Populous. L’entusiasmo iniziale dei due club, però, si è subito scontrato con l’opposizione dei residenti e dei nostalgici del Meazza, oltre alle prime richieste del Comune di ridimensionare le volumetrie e garantire maggiori spazi verdi. Nel 2022 l’allora sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi rivelò la possibile presenza di un vincolo della Soprintendenza che di fatto impedirebbe l’abbattimento del Meazza. A quel punto Inter e Milan, che nel frattempo sono passate sotto il controllo dei due fondi americani Oaktree e RedBird, decisero di muoversi autonomamente. I nerazzurri hanno virato poi su Rozzano, i rossoneri su San Donato con due progetti di stadi da 70mila posti circa. Negli ultimi mesi c’è stato il ritorno a un possibile piano comune in zona San Siro, anche se è stata bocciata la proposta di WeBuild di ristrutturazione del ‘Meazza’ per motivi di costi fino al vertice di oggi. In ogni caso, l’obiettivo delle due società è quello di poter giocare in un nuovo e più moderno Stadio possibilmente per la stagione 2029-2030.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata