Ruggeri e Belli, "squadra omogenea". Al Bano ricorda il ct conosciuto in Russia

C’è una Nazionale azzurra di calcio in Germania e un’altra che il 16 luglio, due giorni dopo la fine degli Europei, giocherà la partita del cuore a L’Aquila. “Beh speriamo che la finale del 14 luglio veda gli azzurri di Spalletti protagonisti così la partita del cuore sarà una grande festa. Spalletti ci è venuto a trovare spesso, i calciatori non penso verranno perché se ne staranno al mare dopo le fatiche delle partite”, dice a LaPresse Enrico Ruggeri, uno dei punti di forza della Nazionale Cantanti. “Essendo una persona di una certa età ricordo cose incredibili – prosegue Ruggeri – nel 1982 ho visto vincere il Mondiale alla Nazionale più tormentata della storia, ma ho visto nazionali partire per vincere e fare brutte figure. C’è un contesto di poche partite e quindi chiaramente ci sono 10 squadre tra cui l’Italia che possono vincere. Spalletti? Mi sembra a posto, l’ho visto all’opera all’Inter e alla Roma. È una persona di coscienza, di grinta, per cui è adatto all’incarico. Chi potrebbe emergere? É una squadra molto omogenea, non c’è la superstar. C’è uno che salta l’uomo come Chiesa, c’è un centrocampo dove Spalletti ha l’imbarazzo della scelta”. Una nazionale che, mancando della stella, punta sul collettivo come quella che sorprese l’Europa nel 2021: “Certo, non c’è un Roberto Baggio, un Totti o uno del genere – riconosce il cantante, noto tifoso interista – ma questo non è necessariamente un male, dipende da come si mettono le partite. Noi della Nazionale Cantanti siamo lì pronti a festeggiare”.

Sempre a LaPresse, Al Bano ricorda quando ha conosciuto Spalletti: “Ci siamo conosciuti in Russia in un paio di occasioni, una a San Pietroburgo, e l’ho trovato un soggetto molto interessante sia dal punto di vista umano sia calcistico. Un grande professionista, come coach dello Zenit ha vinto parecchio pure in Russia ed era molto apprezzato”.

Fiducioso negli Azzurri si dimostra anche Paolo Belli: “Ci sono alcuni giocatori che mi piacciono parecchio – spiega -, tipo Chiesa perché è uno che strappa. Spalletti è molto preparato ma ha avuto poco tempo per preparare quest’Europeo”. Tuttavia, conclude Belli a LaPresse, “l’ossatura c’è, il bel gioco d’attacco anche. Poi il fatto di non essere favoriti gioca a nostro favore. Se passiamo il girone eliminatorio gli altri devono cominciare a preoccuparsi”.

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