Niente demolizione del 'Meazza'. L'amministrazione meneghina ha agito spinta dalla volontà di Milan e Inter di intervenire sull'edificio

Il Tar per la Lombardia ha dichiarato “inammissibili” i ricorsi del Comune di Milano contro i pareri preliminari della Soprintendenza e della Commissione Regionale per il Patrimonio della Lombardia sull’esistenza di vincoli che impediscono l’abbattimento dello Stadio ‘Meazza’ di San Siro. Palazzo Marino si è rivolto ai giudici amministrativi, insieme a Milan e Inter, per chiedere di ‘rivedere’ i pareri sullo Stadio espressi dagli enti per la tutela dei beni culturali che “limitano notevolmente le possibilità di interventi edilizi sullo Stadio, con conseguenti pesanti ricadute economiche in termini di spese di gestione e di conservazione forzata del bene” e rischiano di “mantenere in vita” lo Stadio come “un involucro vuoto” che a causa della decisione di Inter e Milan di “abbandonare il campo da gioco” è “destinato comunque ad un inesorabile declino”.

Per il collegio della terza sezione (Bignami-Fornataro-Gatti) i beni culturali hanno “espresso solo un parere preventivo” e “facoltativo” su “richiesta del Comune”. Un parere che ha ribadito “la necessità di procedere” – si legge nella sentenza che ha sciolto la camera di consiglio dello scorso 14 marzo – solo “un volta maturati i 70 anni, alla valutazione dell’interesse culturale” e che in nessun modo avrebbe “incidenza in concreto rispetto alle relazioni intraprese” i club milanesi nel progetto Stadio. 

Il contenzioso nasce la scorsa estate. Il 26 e 27 luglio 2023 la Soprintendenza e Commissione Regionale per il Patrimonio della Lombardia, su richiesta del Comune di Milano, fomulano un parere preliminare sull’esistenza “dell’interesse culturale per il secondo anello dello Stadio di San Siro” e sulla dichiarazione della Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia che definisce la tribuna ovest dello Stadio come un “archivio esposto”. Non si tratta ancora di vincoli ma solo un’anticipazione di quello che potrebbe accadere a partire dal 2025 quando il secondo anello ‘festeggerà’ i suoi 70 anni, impedendo la demolizione completa dello Stadio come da iniziale progetto delle squadre.

Il vincolo partire quindi in una data che precede la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, prevista a San Siro nel 2026 secondo il dossier olimpico, e quindi prima di qualasiasi possibile intervento di abbattimento. Nel ricorso, oltre a Palazzo Marino assistito dall’avvocatura comunale, Inter e Milan assistite rispettivamente dagli avvocati Ada Lucia De Cesaris, Francesca Colombo e Marta Clara Silvana Spaini, Tommaso Sacconaghi, si sono costituiti il Ministero del Beni Culturali con l’Avvocatura dello Stato e 11 fra architetti ed esponenti dei gruppi ambientalisti di San Siro e del Comitato promotore del referendum sullo Stadio difesi dall’avvocato Veronica Dini.

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