La nota del club: "Nessuna discriminazione o disparità di trattamento"

La Procura della Figc ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla vicenda relativa al video ‘intimo’ di una dipendente della As Roma che ha portato al suo licenziamento (e a quello di un altro dipendente del club giallorosso) dopo che un calciatore della Primavera lo aveva diffuso. L’inchiesta, secondo quanto apprende LaPresse, mira ad accertare eventuali responsabilità dei tesserati e i comportamenti degli stessi legati alla diffusione del video. Sono in corso audizioni. 

Secondo quanto apprende LaPresse, l’indagine riguarda solo le eventuali violazioni del codice di giustizia sportiva da parte del giocatore e, per responsabilità oggettiva, della AS Roma. Le violazioni che potrebbero essere contestate sono per il calciatore l’art. 4 del codice di giustizia sportiva (“principi della lealtà, della correttezza e della probità”) e per la società l’art.6 (responsabilità oggettiva). Il licenziamento della dipendente non riguarda invece la giustizia sportiva.

La nota del club

I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti”. Così in una nota la As Roma, in relazione alla vicenda relativa al video ‘intimo’ di una dipendente diffuso senza il suo consenso e che ha portato al suo licenziamento (e a quello di un altro dipendente del club giallorosso) dopo che un calciatore della Primavera lo aveva diffuso. “È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative. L’AS Roma comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti”, conclude il comunicato della società giallorossa. 

“La Società, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta: il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni” dice ancora la nota. “Una vicenda – sottolinea la società giallorossa – in realtà risalente nel tempo, che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del Club, l’AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la Società e il suo Gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva“. 

La Cgil: “Non può accadere in un Paese civile”

Quanto avvenuto non può e non deve accadere in un Paese civile e, seppur certi dell’esito legale positivo a favore dei lavoratori per la vertenza in corso, chiediamo alle Istituzioni e alla politica di agire, da un lato, nei confronti dell’As Roma, perché non si attenda l’esito di un processo per fare il necessario passo indietro rispetto a licenziamenti evidentemente ingiusti ed illegittimi e, dall’altro, di attivarsi per cambiare le norme sul lavoro, che le riforme, negli anni, hanno progressivamente indebolito e che vanno invece rafforzate o, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinate, per garantire diritti e tutele a chi lavora. Tuteleremo la lavoratrice e il lavoratore in tutte le sedi competenti”. Lo si legge in una nota diffusa da Cgil di Roma e Lazio e Filcams Cgil Roma Lazio sul caso del video.

Berruto (Pd): “Ho depositato interrogazione parlamentare”

I chiarimenti chiesti alla As Roma non sono arrivati, per cui questa mattina ho depositato un’interrogazione parlamentare alla ministra Calderone e al ministro Abodi perché, se la ricostruzione giornalistica del video sottratto e diffuso dal cellulare di una dipendente, che ha causato paradossalmente il licenziamento della vittima e nessuna conseguenza per l’autore di quel gesto, fosse confermata, questo non sarebbe ‘uno scandalo a luci rosse’, ma una vera e propria violenza“. Così il responsabile Sport e deputato del Pd, Mauro Berruto.

Gruppioni (Italia Viva): “Decisione As Roma inaccettabile”

“Il licenziamento di una dipendente da parte dell’As Roma perché vittima del furto di un video intimo il segno che il mondo va al contrario: si tratta di una decisione del tutto inaccettabile”. Lo dichiara Naike Gruppioni, deputata di Italia Viva, a proposito del caso della ragazza allontana per “incompatibilità ambientale” dall’As Roma dopo che alcune immagini intime della giovane erano stato condivise e commentate sulle chat di calciatori, tecnici e dirigenti della società. “Ricordiamo che diffondere video privati senza chiedere il consenso delle persone interessate costituisce un reato. E’ quindi incredibile come la società, anziché preoccuparsi di prendere provvedimenti nei confronti di chi ha fatto girare il filmato, licenzi la vittima. Chiedo per questo al Garante della privacy di intervenire per tutelare la ragazza e alla società di riconsiderare la propria decisione. E’ inutile e ridicolo parlare di tutela delle donne se poi si tollerano episodi come questo, che fanno sentire offese come individui e come donne. Allo stesso tempo la vicenda conferma l’urgente necessità di introdurre l’educazione digitale negli istituti scolastici”, ha concluso.

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