Niente Real Madrid, il fuoriclasse spiega il perché ha deciso di proseguire la sua avventura a Parigi

Non per soldi, ma per sentimento. Dietro il no di Kylian Mbappé al Real Madrid e al clamoroso dietrofront che ha portato l’asso del Paris Saint-Germain a rinnovare con il club parigino per altri tre anni, fino al 2025, ci sarebbero motivi d’affetto. Verso i colori che difende dal 2017 ma, soprattutto, verso la sua nazione. “La Francia è il paese in cui voglio vivere, è il mio paese – ha raccontato il fuoriclasse in una conferenza stampa congiunta con il presidente Nasser Al-Khelaifi – Il club è intenzionato a cambiare tante cose, anche dal punto di vista sportivo. La mia storia qui non è finita”. A differenza di quella di Leonardo, silurato in concomitanza con l’annuncio del rinnovo. A dispetto dei rumors però Mbappé rivela di non avere poteri decisionali e di limitarsi a essere “un calciatore, non avrò altri ruoli”.

Da un’estate all’altra lo scenario si è capovolto. Da una partenza data per scontata, direzione Real Madrid, a una permanenza sotto la Tour Eiffel su cui nessuno avrebbe scommesso anche solo un mese fa. “Ho preso una decisione la scorsa settimana – ha rivelato l’ex giocatore del Monaco- Volevamo fare una sorpresa ma ho voluto chiamare Florentino Perez per dargli la notizia da persona rispettosa quale voglio essere. Spero che i tifosi del Real capiranno che voglio rimanere nel mio paese. Capisco la loro delusione ma voglio portare la Francia in alto”. “Tutti sanno che l’anno scorso volevo partire. Avevo l’intima convinzione che fosse la decisione migliore in quel momento – ha ribadito – C’è un contesto sportivo e uno privato. Sono francese, la Francia è il paese in cui vivo e in cui invecchierò. C’è questo aspetto sentimentale, e poi anche il progetto è cambiato. Il club vuole cambiare molte cose”.

Accanto a lui Nasser Al-Khelaifi, l’artefice del rinnovo di Mbappé, gongola. E all’attacco frontale di Javier Tebas, presidente della Liga, che ha definito la firma del francese “un insulto al calcio”, risponde con stile. In una sfida in cui entrano in rotta di collisione due campionati. “Penso che abbia paura che la Ligue1 diventi migliore della Liga. La Liga non è più quella di tre anni fa – ha evidenziato il presidente del Psg – Rispettiamo le persone. Rimaniamo concentrati sul campionato e sul nostro miglior giocatore al mondo”. Attorno alle cifre che ballano per questo accordo faraonico invece non c’è chiarezza. E non saranno certo i parigini a farla. “Non abbiamo mai svelato le cifre del contratto di un giocatore e non lo faremo mai”, aggiunge Al-Khelaifi, garantendo comunque che “i soldi per Kylian non sono la cosa più importante. Il progetto sportivo viene prima”. La palla ora passa di nuovo al campo, lì dove Kylian ha già mostrato di essere tra i più forti in circolazione.

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