I bianconeri scacciano la crisi con un convincente successo: tris nel primo tempo firmato da Alex Sandro, Dybala e Morata

È presto per dire se con la vittoria rotonda sul Malmoe sia scoccata la scintilla nella stagione della Juventus, quel che è certo è che il tris in terra svedese porta sorrisi e un pizzico di tranquillità che non fanno male a un gruppo alla ricerca di se stesso dopo l’affannoso avvio in campionato. I bianconeri archiviano col minimo sforzo, e in 45 minuti, la prima trasferta di Champions League: il 3-0 confezionato dal colpo di testa di Alex Sandro, dal rigore di Dybala e dal guizzo di Morata permette agli ospiti di passare una serata serena, iniziare il cammino europeo con il piede giusto e di guardare con maggiore fiducia ai prossimi impegni in Serie A, a cominciare dal big match con il Milan di domenica sera. Il ritorno dei sudamericani assenti giustificati a Napoli, da Cuadrado a Dybala, da Danilo a Bentancur, ma soprattutto il modesto tasso tecnico dei ragazzi allenati dall’ex Milan Tomasson permette alla Juve di condurre una partita alla vecchia maniera, concedendo poco o nulla dietro e mostrando buone trame di gioco da centrocampo in su. Per capire però se davvero la Vecchia Signora sia sulla via della guarigione, bisognerà aspettare test più significativi. A cominciare dall’incrocio bollente con il Diavolo, in un inedito testa-coda.

L’avvio dei bianconeri è contratto, figlio delle scorie che la Juve si porta dietro dal campionato. Il Malmoe fa girare bene palla, spinto anche dal suo pubblico, e si affaccia pericolosamente anche in attacco, con un tentativo al volo di Rieks su cross di Berget dalla destra. Gli ospiti comunque si erano già divorati un gol con Dybala, che in campo aperto su invito di Morata spara alle stelle, e – dopo qualche impaccio iniziale – crescono con il passare dei minuti. Cuadrado resta una delle migliori armi a disposizione di Allegri e da un suo cross nasce il gol di testa di Alex Sandro, che stappa il match e scuote i compagni. Archiviata la tensione iniziale la Juve si scioglie e inizia a martellare la non eccelsa retroguardia svedese, poco attenta nella lettura sui lanci lunghi (come al 28′ quando ancora Alex Sandro manca il bis). Tra le note più liete in casa bianconera c’è anche l’intesa Morata-Dybala, che nel giro di un paio di minuti sul finire del primo tempo indirizzano pesantemente la partita: lo spagnolo si guadagna un calcio di rigore per una trattenuta in area di Nielsen che la Joya non sbaglia, poi nel recupero proprio l’ex Real Madrid con uno scavetto supera Diawara approfittando di uno scontro tra due difensori del Malmoe.

La ripresa per i bianconeri diventa così poco più di un allenamento, un modo utile per preservare i titolarissimi in vista delle prossime partite e, per Allegri, di trarre nuove indicazioni in ottica futura. Morata e Dybala regalano giocate d’alta scuola, poi è la volta di Kean – subentrato allo spagnolo – regalare alcune fiammate e bucare la porta svedese. Solo il fuorigioco nega al centravanti azzurro la gioia del gol. Serata tranquilla anche per Szczesny, poco impegnato se non in qualche uscita. Nel finale c’è spazio anche per Ramsey, Kulusevski e Rugani, che mettono nelle gambe minuti preziosi. La Juve riparte e affianca il Chelsea, vittorioso di misura (1-0) sullo Zenit, in vetta al girone. Per il momento, può bastare così.

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