La stella è il capitano e numero 10, Granit Xhaka

Un capitano che indossa la maglia numero 10 ha da sempre uno status iconico nel calcio internazionale. Granit Xhaka non è proprio il classico numero 10, ma l’importanza del centrocampista dell’Arsenal per la Svizzera è ormai assodata. Il regista elvetico è uno dei leader della squadra ed è apprezzato dall’allenatore della nazionale Vladimir Petkovic così come lo è dal manager del suo club, Mikel Arteta. Se la Svizzera vuole interrompere la sua serie di eliminazioni agli ottavi di finale degli Europei, il 28enne Xhaka probabilmente giocherà un ruolo importante mentre si avvicina alle 100 partite per la ‘Nati’. Un esempio lampante dell’importanza di Xhaka lo si è visto nella partita di qualificazione del settembre 2019, in casa contro una Danimarca in crescita. La Svizzera era in vantaggio per 3-0 quando Xhaka, autore del secondo gol con un tiro micidiale, è stato sostituito al 79′. Senza di lui, la squadra è calato, ha perso la calma e ha terminato la partita con un pareggio per 3-3. Poco dopo quella gara, Xhaka è stato nominato capitano dell’Arsenal dall’allora manager Unai Emery. Un onore durato solo poche settimane, con Xhaka sorpreso a dire parolacce ai tifosi che lo avevano insultato dopo essere stato sostituito durante una partita in casa. Il nazionale svizzero è stato ad un passo dal lasciare l’Arsenal fino a quando Arteta non ha preso il posto di Emery poco dopo. “E’ un leader naturale”, ha detto Arteta di Xhaka in questa stagione. “E’ una persona che si impegna sempre al 1.000%, non solo per se stesso, ma anche per aiutare tutti i suoi compagni di squadra in ogni momento”, ha aggiunto. Serve una grande forza mentale per un giocatore le cui radici familiari sono in Kosovo e Albania, e il cui padre è stato un prigioniero politico nell’ex Jugoslavia. Legami familiari emersi chiaramente quando Xhaka e l’ex compagno di squadra del Basilea Xherdan Shaqiri, anche lui kosovaro-albanese, hanno segnato nella vittoria contro la Serbia per 2-1 in una partita molto sentita alla Coppa del Mondo 2018. Entrambi hanno festeggiato i loro gol con gesti delle mani che celebravano l’Albania, scatenando un vecchio dibattito nel calcio svizzero che da sempre dubita del patriottismo dei giocatori di doppia nazionalità. I commenti pubblici mal giudicati sono costati il posto al segretario generale della federazione calcistica svizzera poche settimane dopo la Coppa del Mondo, e l’elevazione di Xhaka alla fascia di capitano è stata messa in discussione da diversi ex giocatori.

L’esordio della Svizzera sabato a Baku contro il Galles

Sotto la guida del centrocampista dei Gunners in campo, la Svizzera è arrivata alle finali della Uefa Nations League del 2019, ha superato il suo girone di qualificazione a Euro 2020 e ha vinto le sue prime due gare di qualificazione per la Coppa del Mondo 2022. Tuttavia, gli svizzeri devono affrontare un compito difficile per avanzare dal Gruppo A, affrontando sabato il Galles a Baku, quindi tornando alla loro base vicino a Roma per affrontare l’Italia. La probabile terza partita decisiva sarà di nuovo a Baku, dove i legami con l’Azerbaigian significano che probabilmente la Turchia giocherà praticamente in casa. Oltre al centrocampista dell’Arsenal, il nucleo della nazionale svizzera comprende anche giocatori come Shaqiri, i difensori Fabian Schar e il granata Ricardo Rodriguez, l’attaccante Haris Seferovic: hanno tutti 28 o 29 anni. Solo Schar ha meno di 70 presenze in nazionale. Il centrocampo può contare anche su Remo Freuler, 29enne dell’Atalanta esploso tardi ma ormai un punto fermo. Altro giocatore da tenere d’occhio è Denis Zakaria, del gruppo del Borussia Monchengladbach, a lungo accostato al Manchester City. Xhaka, Rodriguez e Seferovic sono cresciuti insieme nella squadra vincitrice della Coppa del Mondo Under 17 del 2009. Potrebbe essere il momento per loro di arrivare fino in fondo anche in un torneo maggiore come l’Europeo.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: