Il giorno atteso per 11 anni dai nerazzurri è arrivato oggi

Il giorno atteso per undici anni dal popolo nerazzurro è arrivato nella stagione in cui Milano è tornata capitale d’Italia del calcio. Inter e Milan si sono ‘divise’ la scena: i rossoneri hanno dominato, stupendo tutti, il girone di andata laureandosi campioni d’Inverno, la Beneamata ha ingranato la quinta nel ritorno, viaggiando a ritmi da record. E concludendo in trionfo un cammino in cui le difficoltà non sono mancate e il rischio di ricadute psicologiche, con la clamorosa eliminazione dalla Champions a inizio dicembre, era in agguato. E’ la vittoria, indubbiamente, di Antonio Conte, e della sua capacità di tramutare la squadra ‘acerba’ del girone di andata nel gruppo cinico e concreto della seconda metà di campionato.

I numeri non mentono: nelle ultime 15 giornate, l’Inter ha raccolto 13 vittorie e due pareggi. Da gennaio in poi si è visto il marchio del tecnico salentino: trovata la quadratura tattica, i nerazzurri hanno acquisito equilibrio e pragmatismo. E solidità difensiva, incentrata sul trio Skriniar-De Vrij-Bastoni – la nuova ‘Bbc’ di Conte – e ben testimoniata dalle 14 partite senza subire reti. Ma il merito dell’allenatore è stato anche quello rivalutare giocatori come Eriksen, trovandogli in campo la giusta collocazione che di fatto lo ha reso uno degli uomini-chiave della scalata nerazzurra da metà stagione in poi. E di affinare ulteriormente il killer instinct di Lukaku, arrivato a 21 centri in campionato. Una squadra non bella, forse, ma terribilmente efficace. E ciò è bastato per mettere tutti in fila e porre fine alla tirannide juventina. L’Inter, del resto, dopo il secondo posto dello scorso campionato era accreditata alla vigilia come la principale rivale della Vecchia Signora, nel frattempo affidata alla grande scommessa Pirlo dopo l’esonero di Sarri. Sulla panchina nerazzurra, invece, forte del lavoro già compiuto nella stagione precedente, si sedeva nuovamente Conte dopo aver sciolto la riserva nel summit di fine agosto a Villa Bellini.Come annunciato, visti i tempi il mercato di Marotta e Ausilio non si può permettere follie: ma a luglio si assicurano il marocchino Hakimi per 40 milioni più bonus, l’acquisto più oneroso della stagione dell’Inter. Conte chiede di aumentare il tasso di esperienza: arrivano Kolarov, Darmian e il ‘suo’ Vidal. In avanti, a dare manforte agli intoccabili Lautaro Martinez e Lukauku, viene confermato Sanchez. Tornano dai prestiti Perisic e Nainggolan, ma il belga a fine dicembre fa nuovamente rientro a Cagliari. Come detto, per l’intero girone di andata l’Inter indossa i panni della cacciatrice all’inseguimento della lepre Milan. I nerazzurri debuttano con le rocambolesche vittorie a San Siro contro la Fiorentina (4-3) e in casa del Benevento (2-5), per poi frenare a Roma contro la Lazio (1-1). Alla quarta giornata è giù tempo di Derby: se lo aggiudica il Milan per 2-1 e i rossoneri, a punteggio pieno, si prendono la vetta solitaria della classifica. L’Inter si riprende con il successo di Marassi contro il Genoa (0-2), ma frena a San Siro con Parma (2-2) e con l’Atalanta a Bergamo (1-1). Ma dopo la sosta di novembre, la squadra di Conte infila tre successi consecutivi che le regalano il secondo posto solitario: il poker rifilato al Toro (4-2) e i tris inflitti alla rivelazione Sassuolo in trasferta (0-3) e in casa al Bologna (3-1). La striscia positiva dei nerazzurri prosegue con le vittorie a Cagliari (1-3), i successi interni contro Napoli (1-0) e Spezia (2-1). L’Inter non molla la presa sui cugini rossoneri ed espugnando Verona 2-1 chiude l’anno solare ad una sola lunghezza di distacco dalla capolista.Il 2021 si apre con il tennistico 6-2 rifilato al Crotone, che vale l’ottava vittoria consecutiva.

Ma il giorno del’Epifania arriva una battuta d’arresto a Genova, contro la Sampdoria (2-1) trascinata dagli ex Candreva e Keita e la giornata successiva la frenata all’Olimpico con la Roma (2-2). Ma il riscatto non si fa attendere. La vittoria per 2-0 sulla Juventus, decisa dal grande ex Vidal e Barella, a detta di molti è la gara della svolta. Anche se arriva subito il pareggio a reti inviolate a Udine, l’Inter inizia la striscia vincente decisiva. Si parte con il 4-0 rifilato a San Siro al Benevento, per proseguire con il successo di Firenze (0-2). Alla 22/a giornata si compie il sorpasso sul Milan. La squadra di Pioli inciampa a La Spezia, l’Inter regola la Lazio a San Siro (3-1) e vola in testa a +1. Non verrà più agguantata. La giornata successiva la squadra di Conte, trascinata da Lautaro e Lukaku, fa suo il derby con un netto 3-0 e allunga a +4. Seguono le vittorie in casa con il Genoa (3-0), sul campo del Parma (1-2), con l’Atalanta a San Siro (1-0) e in casa del Torino (1-2). I nerazzurri non si fermano più: battono in trasferta il Bologna (0-1) e in casa il Sassuolo nel recupero (2-1). L’1-0 rifilato al Cagliari a San Siro coincide con l’undicesima vittoria consecutiva. Le lunghezze di vantaggio su un Milan ormai in riserva sono undici: è fatta. Nemmeno i pareggi a Napoli (1-1) e La Spezia (1-1) possono far scricchiolare il regno nerazzurro. Quella sul Verona (1-0), decisa da Darmian, l’uomo dei gol-scudetto, è la vittoria che apparecchia la festa. I nerazzurri hanno fretta di chiudere i giochi e arriva il successo di Crotone (0-2). Il Sassuolo fa il resto e consegna all’Inter il 19° scudetto della sua storia. Se sarà l’inizio di un ciclo, si vedrà. 

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