Bergamaschi chiamati all'impresa il 16 marzo a Madrid nel ritorno degli ottavi

Cuore, coraggio e sacrificio non bastano. La Dea vive a Bergamo una notte di pura sofferenza cedendo per 1-0 contro i giganti del Real Madrid a quattro minuti dalla fine dopo aver giocato dal 17′ del primo tempo in inferiorità numerica per l’espulsione diretta fin troppo severa di Freuler. La decisione arbitrale ha cambiato tutti gli assetti tattici degli orobici, costretti a scalare la montagna ‘blanca’ con un uomo in meno e obbligati ad adeguarsi al gioco degli avversari e alle loro fiammate improvvise. Ne è uscito un match complicato, duro e pieno di insidie che l’Atalanta ha cercato di gestire con ordine e intelligenza e di concludere nel migliore dei modi, senza soccombere nel punteggio per lasciarsi aperta la possibilità della qualificazione a quarti di Champions League nella gara di ritorno. La rete di Mendy al’86’ ha rovinato gli sforzi ma non spezzato comunque i sogni dell’Atalanta che per come ha controllato il match in piena emergenza ha le potenzialità per ribaltare la sfida e non piegarsi al destino. La Dea infatti, fin quando ha potuto, non si è limitata difendersi ma ha provato anche a ripartire e a farsi pericolosa ma era evidente che il suo gioco era condizionato dalla decisione dell’arbitro che in qualche modo le ha tarpato le ali.

Gasperini, contando su tutti i suoi effettivi (tranne l’infortunato Hateboer), schiera all’inizio il classico 3-4-1-2 con Muriel e Zapata coppia d’attacco e Pessina alle loro spalle. Ilicic in panchina. A destra Maehle dal primo minuto. Il Real Madrid ha invece giocatori contati (nove gli infortunati) e schiera Isco (che prova ad agire da falso nueve) per Mariano. A centrocampo la terna Modric-Casemiro-Kross, con Vazquez in difesa. L’Atalanta parte subito con il suo classico pressing alto, i Blancos provano a gestire e a far possesso palla cercando di tenere la palla bassa per non consentire agli orobici di sfruttare la loro maggiore fisicità. C’è equilibrio e ancora una fase di studio quando la partita al 17′ cambia improvvisamente spartito per un fallo di Freuler su Mendy (pescato con un tocco elegante da Isco) al limite dell’area che l’arbitro tedesco Stieler valuta, con estrema severità, direttamente da espulsione. Gasperini contesta la decisione arbitrale (il difensore non sembra essere intervenuto da ultimo uomo) e si sbraccia chiedendo spiegazioni mentre la panchina orobica resta quasi ammutolita. Se la Dea doveva essere perfetta prima, ora che si trova in inferiorità numerica è obbligata a superarsi, soprattuto in fase difensiva. Con fatica la squadra di Gasperini prova a riorganizzarsi, Pasalic è pronto ad entrare ma il tecnico attende il cambio per tenere ancora qualche minuto le due punte, poi al 30′ esce Zapata, che lamenta un problema muscolare.

Il Real Madrid approfitta dell’uomo in più e inizia a costruire azioni sempre più pericolose, prima con Isco che stoppa spalle alla porta e conclude con pallone deviato) e poi con Modric che dal limite calcia poco sopra a traversa. La Dea barcolla, sbanda, appare stanca e in debito di ossigeno ma riesce ad andare al riposo sullo 0-0 anche grazie ad un miracolo di Gollini che su una punizione di Kross si supera e con un riflesso evita il gol del vantaggio del Real.

Nella ripresa il match non cambia fisionomia con il real che continua a fare possesso palla e provare delle imbucate improvvise con Modric e Isco e l’Atalanta che prova a non limitarsi solo a difendere provando anche a ripartire. Ma lo fa sempre con sempre maggiore fatica. La Dea è infatti costretta ad adeguarsi al gioco del Real non riuscendo dunque ad imporre la sua partita che diventa una scalata fatta di sofferenza e sacrificio. Poco prima dell’ora di gioco Gasperini fa uscire uno stremato Muriel per Ilicic che subito con una ripartenza pesca Gosens che non riesce però a chiudere il triangolo per l’intervento di Vazquez. E’ il segno di una reazione degli orobici che non mollano e ci provano cercando di mettere apprensione al Real Madrid che però continua con il suo gioco fatto di palleggio e di azioni improvvise. Per la Dea a corto di fiato (e con un Ilici non proprio brillante e sostituito) sembra fatta ma a quattro dal termine il terzino Mendy con un tiro dal limite di esterno sorprende Gollini che viene battuto sul palo più lontano. L’Atalanta si piega ma non si spezza. A Madrid servirà però una impresa. Ma la Dea è brava a scrivere le favole.

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