Ronaldo chiude i conti nel recupero pur non brillando ma la Vecchia Signora dimostra di saper andare oltre CR7

L’esame Sassuolo è superato: la Juve è davvero tornata, confermando che l’exploit con il Milan non è stato un sussulto isolato nella rimonta scudetto. I bianconeri stendono 3-1 gli emiliani, in dieci per un tempo intero, e continuano la loro risalita, restando a distanza dal Milan ma guadagnando ulteriore terreno su Roma e Inter. Ronaldo chiude i conti nel recupero pur non brillando ma la Vecchia Signora dimostra di saper andare oltre CR7. In una gara che si è complicata cammin facendo per i forfait di McKennie e Dybala, Pirlo trova i guizzi determinanti da Danilo e Ramsey, due elementi cardine nel suo scacchiere dopo esser stati a lungo ai box per infortunio la scorsa stagione. Unica nota stonata nella dolce notte bianconera, l’ennesimo gol subito una volta passata in vantaggio. La gemma di Defrel non è bastata però a salvare gli emiliani, che rispetto alle batoste con Atalanta, Inter e Milan se la sono giocata maggiormente ma alla lunga hanno pagato l’uomo in meno.

Due tra le squadre in Italia che fanno del possesso la loro arma migliore passano buona parte del primo tempo a gestire il pallone senza mai davvero affondare il colpo. Il buon avvio della Juve – colpo di testa alto di Ronaldo e bolide respinto in corner da Frabotta – illude Pirlo, che anzi si trova a dover ridisegnare la squadra a partita in corso, prima per lo stop di McKennie (dentro Ramsey) poi per l’infortunio di Dybala, rimpiazzato da Kulusevski. Il Sassuolo approfitta di una Juve raffazzonata e incapace di dare velocità alla manovra, con la coppia in cabina di regia Bentancur-Arthur imbrigliata e non in grado di cambiare ritmo. Gli ospiti, privi della stella Berardi, non trovano però il guizzo dei giorni migliori dei loro uomini simbolo, da Djuricic a Caputo. La gara cambia alla fine di un primo tempo con più interruzioni che gioco, perché Obiang con un intervento scriteriato da dietro su Chiesa lascia i suoi in dieci. La Juve ha fretta e prova subito ad approfittarne, con un tocco di Demiral respinto in uscita da Consigli e un rigore in movimento fallito clamorosamente da Kulusevski. Iniziative che spingono De Zerbi a correre subito ai ripari in avvio ripresa, togliendo una punta vera, un impalpabile Caputo, per inserire un terzino, Toljan, e un giocatore più di copertura, Maxime Lopez, per un centrocampista offensivo come Djuricic.

I propositi di De Zerbi di imbrigliare la Juve con un nuovo 4-4-1 durano però una manciata da minuti. Giusto il tempo che Danilo fulmini Consigli con un bolide da fuori area che finisce nell’angolino. Sopra di un gol e di un uomo, la Vecchia Signora si rilassa. Calo di tensione che i padroni di casa pagano a caro prezzo: al 13′ Traorè vede Defrel, che sfugge alla marcatura di Bonucci e Demiral e riequilibra il risultato. La Juve si complica la vita per l’ennesima volta in stagione, ma riesce comunque a venirne a capo, con la forza dei cambi e delle sue stelle. Chiesa scheggia il palo esterno, poi Ronaldo sbaglia un gol non da lui su invito di Kulusevski. Nei dieci minuti finali però il Sassuolo, alle corde, capitola: l’azione di prima sull’asse Rabiot-Frabotta viene convertita in rete da Ramsey, che segna un gol di importanza capitale. Nel recupero si rivede Morata e arriva la zampata letale di Ronaldo. Tanto per ricordare l’arsenale di cui dispone questa Juve. Che ha iniziato davvero a correre e arriva con il vento in poppa al derby d’Italia.

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