I tempi si preannunciano ancora lunghi
Dilemma ripartenza potrebbe essere il titolo del dibattito inesauribile fra i protagonisti del calcio italiano, con lo stop che potrebbe durare ancora qualche altra settimana soprattutto alla luce dell'ultimo Dpcm del Governo che ha prolungato il lockdown fino al 3 maggio. Niente allenamenti per le squadre di calcio, quindi, con l'insofferenza che cresce soprattutto in quelle società che da settimane fanno pressioni su Federazioni e istituzioni affinchè si possa almeno tornare a lavorare sul campo e non più solo attraverso i programmi personalizzati a casa. A questa situazione si aggiunge poi quella dei giocatori tornati nei loro paesi di origine e che al loro ritorno in Italia saranno costretti ad ulteriori 15 giorni di isolamento. Il caso più clamoroso è quello della Juventus, con ben otto giocatori che devono ancora rientrare (da Douglas Costa a Higuain, da Pjanic a Ronaldo) ma a cui al momento non è stata data alcuna indicazione. L'Inter, quanto meno, sembra aver invitato i suoi giocatori a rientrare dopo la Pasquetta. Nel caso di Lazio e Napoli, invece, le due società avevano invitato i loro tesserati a restare in Italia sperando in una ripartenza in tempi brevi.
E invece questi tempi potrebbero essere tuttaltro che brevi, tanto che al momento nessuno sembra volersi sbilanciare. "Per il momento, nessuno sta pensando a quando si ricomincerà, la cosa importante è la salute. Bisogna stare molto attenti perché questo virus è una cosa molta delicata. Speriamo che la situazione possa migliorare, però ci vorrà tempo", ha dichiarato il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti ai media sudamericani. "Si ripartirà solo quando ci saranno le condizioni di massima sicurezza. Ma dobbiamo farlo quanto le autorità, governo e istituzioni sanitarie, ci diranno che sarà possibile", ha aggiunto il presidente della Lega Serie B Mauro Balata. Di ora in ora cresce sempre di più il timore che davvero non si riuscirà a portare a termine la stagione come chiesto da qualcuno. "Stiamo riprogrammando e aspettando per capire cosa si può o non si può fare. UEFA e FIGC vorrebbero concluderlo questo campionato. Nutro qualche dubbio al riguardo, ma se dovesse succedere sarei felice", ha detto il patron della Spal Walter Mattioli.
Resta, poi, il nodo legato agli stipendi con l'Assocalciatori e la Lega Serie A che sotto traccia stanno lavorando per ricucire lo strappo della scorsa settimana, quando i presidenti all'unanimità avevano votato per un taglio di due mensilità in caso di ripresa della stagione e di ben 4 in caso di chiusura anticipata della stagione. Dopo le polemiche veementi dei giorni scorsi, il vicepresidente dell'Assocalciatori Umberto Calcagno ha riscontrato che "stia prevalendo il buon senso, i ragionamenti sono ricominciati e senza fare operazioni muscolari, perché in questo momento non serve a nessuno". "E' giusto che ci sia una contrattazione personale", ha ribadito. Comunque "tutti come AIC, Federazione e Leghe, abbiamo la responsabilità di mandare avanti i campionati se l'epidemia e chi sta sopra di noi ce ne darà la possibilità. Non dobbiamo farci trovare impreparati".
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