E sullo sfogo di Buffon: "Quello che ha detto non è giusto, non doveva. Ma capisco la frustrazione e la delusione"

"La Champions è come una Ferrari o una Porsche: non puoi guidarla subito, servono allenamenti, test offline. E tutti devono capire come funziona". Così Aleksander Ceferin, numero uno del calcio europeo, interviene nel dibattito del dopo Real-Juve per spiegare perché per l'Uefa "è presto per la Var. Non significa 'mai', il processo è ineluttabile, l'avremo un giorno in Champions League. Ma non c'è fretta". "Ho qualche timore per il Mondiale – confessa in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' – dove avremo arbitri che non hanno mai diretto con la Var. Spero non succedano scandali o problemi. Ma è un torneo unico, è più facile, come è più facile il campionato con tutti arbitri italiani o tedeschi. Anche la Premier League però ha posticipato. E la Champions è diversa. Introdurre la Var almeno dagli ottavi? Non sono per i cambi a torneo in corso, le regole devono essere le stesse dall'inizio alla fine", prosegue. "Altrimenti qualcuno potrebbe dire 'se c'era la Var due mesi fa…'. Ma poi, scusi, in Real Madrid-Juventus cosa sarebbe cambiato? Niente. C'è chi l'ha vista venti volte quell'azione, io cinquanta, ma per metà è ancora rigore e per l'altra metà no".

Secondo Ceferin c'è anche un problema di regole: "Da avvocato conosco le leggi ma anche il fatto che vanno interpretate. Prendiamo il fuorigioco: seguendo alla lettera le regole di oggi, uno che ha il naso lungo sarebbe sfavorito, no? Anche se il naso non lo aiuta a far gol. Dobbiamo quindi valutare le regole e, se serve, chiarirle prima". "Quando allora la Var in Champions? Realisticamente, nella stagione 2019-2020 potremmo averla in Champions e all'Europeo", continua il numero uno della Uefa che commenta poi lo sfogo di Buffon nel post-gara del Bernabeu. "Quello che ha detto non è giusto, non doveva. Però, dal punto di vista di chi ha giocato, capisco la frustrazione e la delusione di chi perde una partita su un rigore al 93'. Senti di aver perso l'occasione. Buffon si può capire".

Ceferin 'analizza' anche le parole pronunciate dal presidente della Juventus Agnelli. "Ho parlato subito con Andrea e so che ha agito comunque da gentiluomo qual è: non ha insultato nessuno né è stato aggressivo. Anche il delegato ha confermato. Aveva la stessa frustrazione di Buffon e, sebbene presidente, non poteva nascondere le emozioni". E difende il designatore Collina: "Non ha colpe. È come l'allenatore che sceglie la squadra: seleziona i migliori per vincere, poi possono succedere cose controverse: ma lui che colpa ne ha? E poi non mi sembra sia assolutamente il caso di cambiare designatore, i cicli non sono un problema: Collina mi piace, ha dato tanto all'Uefa, non interferisco mai, decide lui con la sua grande professionalità. E' vanitoso? No comment ma ha il mio totale supporto", assicura lo sloveno. Ceferin non vede il rischio di peggioramento dei rapporti tra Eca, di cui Agnelli è presidente e la Uefa: "Mai stati migliori di oggi. Sarebbe ben strano se bastasse una decisione arbitrale per farli cambiare".

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